Come nel passato, per ridurre il numero di cinghiali potranno essere utilizzati arco e frecce
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Come nel passato, per ridurre il numero di cinghiali potranno essere utilizzati arco e frecce

La Regione, dopo lʼok del Consiglio alla mozione leghista, abilita questo metodo di caccia tra i "metodi per il controllo delle popolazioni".

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6 Febbraio 2019 - 14.04


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Per fronteggiare l’emergenza cinghiali in Lombardia, la Regione valuterà anche “l’utilizzo dell’arco come strumento ecologico per attuare la selezione”, tra i “metodi per il controllo delle popolazioni”.
Lo stabilisce un punto della mozione (primo firmatario il consigliere della Lega Paolo Ghiroldi), approvata dal Consiglio lombardo, un mese dopo che l’ingresso di alcuni cinghiali sull’A1 ha causato un incidente con un morto e dieci feriti. Il provvedimento è stato votato per parti separate su richiesta del Partito Democratico, che ha espresso voto contrario proprio sul punto riguardante l’uso dell’arco.
Il testo, tra le altre cose, impegna la giunta di Attilio Fontana a predisporre misure perché si possano abbattere cinghiali anche “al fuori degli orari e dei giorni previsti dalla normativa nazionale per la caccia”; ad attivarsi con i parlamentari del territorio per modificare la legge vigente; per far riconoscere la figura dell'”operatore volontario”, cioé di un cacciatore appositamente formato per l’attività di contenimento con la supervisione delle polizie provinciali; a proseguire gli scambi con i ministeri competenti per far sì che “l’emergenza cinghiali abbia la necessaria attenzione e la disponibilità di tutti gli strumenti previsti dalla legge, compreso lo stato di calamità, per fronteggiare l’escalation di danni a uomini e colture”.
Il documento sottolinea come negli ultimi 24 mesi l’allarme sull’invasione dei cinghiali sia cresciuto. Gli animali si avvicinano sempre più ai centri abitati, abbattono recinzioni, invadono autostrade e strade causando anche il ferimento di persone e danni agli autoveicoli. Secondo alcune stime, evidenziate nella mozione, i danni all’agricoltura ammonterebbero a decine di milioni di euro.
Secondo l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi la lotta ai cinghiali va fatta come azione preventiva dopo casi di peste suina registrati in alcuni Paesi europei e che vedono i cinghiali come veicolo di trasmissione. “Se si registrassero casi da noi – ha avvertito – si avrebbero effetti devastanti anche su una parte importante del settore agroalimentare lombardo, dunque molto meglio intervenire subito”.
A favore hanno votato i gruppi di centrodestra e il Pd che però si espresso negativamente sul punto della mozione della Lega che prevede la richiesta di valutare l`utilizzo dell’arco come mezzo di abbattimento. Contrari invece Movimento 5 Stelle, Lombardi Civici Europeisti e +Europa.

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