Marina militare, il racconto di una vittima di nonnismo: "Torturata per togliermi un anello"

Una militare 28enne originaria di Bari, racconta a 'La Stampa' un episodio di nonnismo subito: "Per rompermi un anello incastrato nel dito mi hanno sottoposto ad una grande sofferenza, impedendomi poi di andare in ospedale".

Marina militare
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1 Febbraio 2019 - 14.38


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Una militare, oggi imbarcata sulla nave scuola Amerigo Vespucci, racconta l’atto di nonnismo subito all’epoca della scuola sottufficiali della Marina a La Maddalena: “Mi sembrava di essere in un film horror: hanno usato un seghetto e altri arnesi da meccanico per rompermi un anello incastrato nel dito”.
Ma di questa denuncia, risalente a fine ottobre, sembrerebbe non esservi più traccia, come riferisce La Stampa. Eppure quelle tre ore e mezza da incubo sono difficili da dimenticare. Avviata un’inchiesta interna, indaga la Procura di Roma.
“Mi tenevano bloccata” ha riferito la militare, scendendo nei minimi particolari, così come riportati da La Stampa. “Hanno usato un seghetto affilato, un paio di tronchesine, nastro isolante e fascette da elettricista per rompere l’anello che si era incastrato nel dito”.
“Mi hanno impedito di andare in ospedale, mi tenevano bloccata nell’ufficio di un ufficiale e mi hanno sottoposto a una sofferenza allucinante”, continua l’atto di accusa che riporta nomi e cognomi degli aguzzini: un capitano di corvetta e altri militari di grado inferiore, che nulla avrebbe potuto fare per salvare la collega.

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