Addio a Monsignor Giovanni Barbareschi, il prete della Resistenza
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Addio a Monsignor Giovanni Barbareschi, il prete della Resistenza

Benedì i partigiani morti a Loreto. Partecipò alla Liberazione nelle Brigate Fiamme Verdi e poi contribuì a fondare la Fondazione Lazzati

Monsignor Giovanni Barbareschi
Monsignor Giovanni Barbareschi
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5 Ottobre 2018 - 09.33


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Addio a monsignor Giovanni Barbareschi. Aveva 96 anni: era nato a Milano nel febbraio del 1922. E’ noto soprattuto per avere partecipato alla Resistenza, per la quale ricevette una medaglia d’argento. Fu insignito anche dell’Ambrogino d’Oro nel 2011. 

Fece parte delle Brigate Fiamme Verdi, formazione partigiana di orientamento cattolico, e contribuì a fondare il giornale delle Fiamme Verdi “Il Ribelle”. Insieme a lui intellettuali come Teresio Olivetti e David Maria Turoldo. Tra il 1943 e il 1944 si impegnò notevolmente per fare scappare in Svizzera ebrei e ricercati politici. 

Fu lui, il 10 agosto 1944, a benedire i partigiani uccisi in piazzale Loreto. Barbareschi era ancora diacono e si recò dal cardinale milanese Ildefonso Schuster per pregargli di recarsi a impartire la benedizione, ma il cardinale gli ordinò di farlo lui stesso. Il 13 agosto Schuster lo ordinò sacerdote. Monsignor Barbareschi fece in tempo a celebrare la sua prima Messa, poi venne arrestato dalle Ss. Fu liberato grazie all’interessamento del cardinale. 

Si aggregò quindi stabilmente alle Brigate Fiamme Verdi diventando cappellano dei partigiani. Arrestato, fu portato nel campo di concentramento di Bolzano, ma riuscì a scappare e tornò a Milano dove divenne colui che portava messaggi tra il comando degli Alleati e quello dei tedeschi nel corso delle trattative per risparmiare dalle rappresaglie le infrastrutture milanesi. Dopo la Liberazione il cardinale Schuster gli diede l’incarico di impedire, per quanto possibile, le rappresaglie contro i fascisti e i nazisti. 

Nel dopoguerra monsignor Barbareschi fu tra i fondatori della Fondazione Lazzati. Continuò a testimoniare le esperienze della Resistenza; da tempo viveva a Palazzolo Milanese, in un istituto di cura.
 
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