Mia figlia Daisy è nata in Italia e per l'Italia gareggia con orgoglio nel mondo

Parla il papà dell'atleta aggredita a Moncalieri. "Siamo qui da 24 anni. Qui sono nati i miei figli. Non ho mai fatto caso agli insulti razzisti, ma ora sono preoccupato"

Daisy Osakue
Daisy Osakue
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30 Luglio 2018 - 11.59


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“Siamo arrivati dalla Nigeria 24 anni fa. È capitato di essere vittime di episodi razzisti verbali, ma non ci faccio caso. Le persone parlano, non bisogna darci troppo peso”. Così Iredia Osakue, il papà di Daisy, la giovane atleta della Nazionale italiana vittima di un’aggressione ieri notte a Moncalieri. “Daisy è nata in Italia, come i suoi fratelli di 14 e 8 anni – aggiunge il padre -. Da adesso in poi farò attenzione che non tornino a casa dopo le 20. Fortunatamente mia figlia sta bene: se la ferita fosse stata più grave, la sua carriera sarebbe finita e avrebbe dovuto rinunciare a questa gara molto importante”. Daisy è una promessa dell’atletica italiana, primatista azzurra under 23 nel lancio del disco. La misura di 59,72 che ha ottenuto lo scorso aprile gareggiando negli Stati Uniti, con la squadra dell’università in cui studia (Angelo State, in Texas), è la quarta miglior prestazione italiana di sempre nel disco donne. L’anno scorso invece, in occasione del suo esordio nella nazionale maggiore agli Europei a squadra di Lilla, aveva ottenuto con 57,49, la settima miglior prestazione di sempre a livello italiano.

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L’azzurra, che gareggia anche nel peso e fino al 2011, da cadetta, anche sugli ostacoli, è figlia di due atleti nigeriani emigrati in Italia. Il papà aveva gareggiato nel judo e la mamma era una giocatrice di pallamano. Ora nemmeno loro sanno spiegarsi l’accaduto.

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