Tutte contro il leghista assessore alla cultura condannato per stalking
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Tutte contro il leghista assessore alla cultura condannato per stalking

Continua la mobilitazione contro Andrea Buscemi condannato per molestie dalla Corte d'appello nel 2009. "Deve dimettersi, un uomo del genere non può rappresentare la città"

Andrea Buscemi
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24 Luglio 2018 - 15.42


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Non accenna a placarsi la protesta contro la nomina ad assessore alla cultura di Pisa di Andrea Buscemi, finito a processo nel 2013 per una denuncia di stalking da parte dell’ex fidanzata, e dopo la contestazione della scorsa settimana si preannuncia una nuova mobilitazione in vista del prossimo Consiglio comunale. “Si dimetta” è la richiesta che arriva da più fronti. Ieri sera si è tenuta un’assemblea cittadina, alla Casa della donna, per discutere come continuare la protesta “Ancora non sappiamo la data della prossima seduta del Consiglio comunale – ha detto Pochini -. Sappiamo però che il giorno in cui si riunirà noi saremo in piazza a chiedere ancora una volta il ritiro della nomina di Andrea Buscemi. E ci saremo con una mobilitazione non tradizional in cui saranno i nostri corpi a parlare per noi: abbiamo pensato a schiere di cittadini e cittadine che silenziose, vestite di rosso occupino lo spazio pubblico dentro e fuori il palazzo e si facciano barriera al dilagare della violenza e della sopraffazione”. “Perché – ha concluso Pochini – una Giunta che ha al suo interno un uomo colpevole di stalking è una istituzione violenta a cui tutte e tutti abbiamo il dovere di opporci”.
Il leghista Buscemi è stato condannato dalla Corte d’Appello a risarcire la ex compagna, Patrizia Pagliarone, che nel 2009 lo denunciò per stalking. Il reato è estinto per prescrizione ma la sentenza parla chiaro. Il direttore del Tirreno ha scritto in un editoriale: “Il sindaco di centrodestra Michele Conti ha portato in dote a Salvini una città-simbolo come Pisa ma non pago ha nominato assessore alla cultura un attore coinvolto in un processo per stalking, Andrea Buscemi, di cui non si può dire che sia stato condannato perché il reato contestatogli – lo stalking appunto – è stato introdotto solo successivamente, ma la dolorosa vicenda ha tenuto banco per anni. La sua nomina, per di più alla cultura, ha colpito la sensibilità di tante donne, in particolare del combattivo gruppo della “Casa delle donne” da sempre in prima fila sui temi della violenza, decise a non mollare su questa vicenda. Ora un sindaco legittimamente eletto, come Conti, può e deve dare un segno nuovo alla sua amministrazione. Ma perché cominciare con un gesto che sa di provocazione se non addirittura di disprezzo verso parte del mondo femminile?”. Domanda legittima, ma ancora senza risposta.

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