Don Ciotti sull'immigrazione: "La speranza delle persone non può essere un reato"

Il presidente di Libera ha parlato questa mattina a Pescara al congresso Arci. Due giorni fa la presidente Chiavacci aveva criticato il governo sulle politiche dell'accoglienza

don Luigi Ciotti
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9 Giugno 2018 - 11.25


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“L’immigrazione non può essere reato perché non può essere reato la speranza delle persone”. Don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera, è intervenuto questa mattina al diciassettesimo congresso nazionale dell’Arci a Pescara. “Chi arriva da noi cerca una speranza, una libertà, una dignità, una terra promessa”.

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“I migranti fuggono dalla povertà, dai disastri ambientali, dai conflitti e dalle guerre. – ha proseguito – Allora l’immigrazione non può essere un reato perché la speranza non é un reato”.

Don Ciotti è tornato sul tema che era già stato affrontato giovedì, nella prima giornata del congresso, da Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’Arci, con un intervento molto critico nei confronti del nuovo governo italiano. “Siamo molto preoccupati rispetto ai temi dell’immigrazione e dell’accoglienza – ha detto Chiavacci – soprattutto per la modalità con la quale Salvini sta esercitando il ruolo di ministro degli Interni, perché ad oggi sembra che faccia più il leader che il ministro, e a volte sfidi quella Costituzione su cui ha giurato e quelle leggi che in Italia ci sono e vietano l’istigazione all’odio razziale”. 

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