Caro sindaco, Mario Landriscina, mi rivolgo a lei dopo la sua ordinanza che vieta ai volontari di offrire la colazione ai senza dimora della città. La motivazione di tale assurdo provvedimento recita così: per la “tutela della vivibilità e del decoro del centro urbano”.
Da alcuni giorni questa notizia fa il giro del web e in tutta Italia si è scatenata l’indignazione, forse anche per il tempismo in cui è uscita: a pochi giorni da Natale.
Mi rivolgo a lei da atea, senza alcun moralismo o buonismo. Per lei questa festa cosa è? Solidarietà, accoglienza degli ultimi o consumismo?
Vede, lasciando in pace la religione, credo che la cultura cristiana abbia insegnato a credenti e non credenti alcuni valori che prescindono dalla fede. In quel fare la carità c’è molto di più delle monetine lanciate dentro un bicchiere, con fare distratto per lavarci la coscienza: c’è la cura del prossimo che vive un momento di difficoltà ed emarginazione dalla società. C’è la compassione, la pietà e l’amore, la comprensione, l’ascolto. In una parola: la solidarietà appunto.
Il simbolo del Natale è dato proprio da quella famiglia, sacra per alcuni ma credo un esempio per tutti, che si ritrova rifiutata in terra straniera e costretta a dare al mondo un figlio in una mangiatoia. Erano senza dimora anche Maria e Giuseppe. Lei sta negando anche a loro una tazza di latte.
Il Natale siamo noi, lo facciamo noi con le nostre buone azioni. Lo fa ogni giorno questo Papa, insieme a tanti sacerdoti di buona volontà, lo fanno tanti medici in luoghi di dolore e conflitto anche se non credenti.
Ciò che indigna è che intorno a lei molti devono pensarla allo stesso modo: per lei il clima natalizio sono le luminarie nelle strade tirate a lucido e le stelle di Natale all’ingresso dei negozi affollati, qualche ragazzetto sfruttato travestito da Babbo Natale che distribuisce volantini. Nessun parente o amico, o collega gli ha chiesto di sbrinare il suo cuore e ritirare un provvedimento così disumano?
Oggi torno su questa vicenda perché sono giorni che non riesco a credere a quanto egoismo muove gran parte di noi. Un tempo forse ci salvava l’ipocrisia, il senso di colpa. Oggi la cattiveria sembra sdoganata e sbandierata con orgoglio.
Negare cibo e acqua ai senzatetto è malvagità. Attendo un suo passo indietro insieme a migliaia di italiani che hanno un briciolo di umanità e che in queste ore si stanno vergognando della città di Como.