Il tatuaggio fascista del bodybuilder che pesta per un nonnulla

Martedì scorso ha staccato un orecchio a un tassista a Milano. La vittima vuole presentarsi come parte civile. Il culturista però dice di essere provocato. Mentre sfoggia l'aquila della Rsi sul petto...

Antonio Bini. Sul petto ha l'aquila della Repubblica sociale italiana
Antonio Bini. Sul petto ha l'aquila della Repubblica sociale italiana
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30 Novembre 2017 - 21.14


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La fidanzata dice che è una pasta d’uomo. Però.  Antonio Bini, culturista di 29 anni, è accusato di lesioni aggravate dai futili motivi per avere staccato con un morso il lobo di un orecchio al tassista Pier Ferdinando Bossi, martedì scorso alla stazione Centrale di Milano. Bossi  sta valutando se presentare richiesta di costituzione come parte civile nel processo a carico del bodybuilder.

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Dopo la lite il tassista è stato trasportato all’ospedale Niguarda, dove gli hanno ricucito il pezzo di orecchio staccato. L’uomo ha anche riportato la rottura del naso e la lussazione di una spalla. Nell’udienza di convalida dell’arresto per direttissima di ieri, davanti al giudice Anna Maria Gerli, il 29enne si è difeso affermando che Bossi lo avrebbe provocato con la frase “picchiami picchiami, tanto io sono del mestiere”.

Uscendo dall’aula, Bini ha anche mostrato ai cronisti il dito ferito che, come ha detto lui stesso in udienza, gli avrebbe morsicato il tassista durante la colluttazione.  In tutto questo sfugge forse una foto di questo muscoloso giovanotto, dai modi così spicci e violenti.  La pubblichiamo noi di Globalist. 
Questa è l’aquila della Repubblica Sociale sul fascio. 
Questo è un simbolo fascista. 
Mai nulla è casuale. 

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