Non solo Chioggia: il ristorante Il Federale di Artena è un museo del fascismo

La titolare: inneggio al Duce e me ne vanto. Boldrini e Fiano che cosa vogliono?

Il Federale di Artena è un museo del fascismo
Il Federale di Artena è un museo del fascismo
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12 Luglio 2017 - 10.25


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La verità è una: in Italia c’è tanta, troppa tolleranza verso il fascismo e verso chi inneggia alla dittatura che ha emenato le leggi razziali e ha portato l’Italia in una guerra che ha provocato centinaia di migliaia di morti.
Così, se uno si fa un giro, si scopre che lo stabilimento di Chioggia non è un caso isolato.
Tant’è che la signora Adelaide, proprietaria del ristorante ‘Il federale’ che si trova ad Artena, è intervenuta ai microfoni di Ecg, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, la radio dell’Università degli studi Niccolò Cusano.
Il ristorante in questione ha una particolarità: è interamente dedicato, dal menu agli allestimenti del locale, al Ventennio fascista. “Noi stiamo qui da una cinquantina di anni. Ma che vuole la Boldrini? Ma che vuole Fiano? Fiano d’Avellino? Non penso che vogliano farci chiudere, ma se chiudessimo sarebbero contenti. Stanno buttando l’amo, se la stanno prendendo con il bagnino di Chioggia, ma quello che ha scritto in quei cartelli è giusto. Serve rispetto, pulizia, sono le stesse cose che pretendo io nel mio locale”. Il ristorante è una sorta di museo del Ventennio fascista: “E’ un museo inneggiante a Mussolini, noi non abbiamo nulla a che fare col tedesco. Siamo un locale inneggiante al duce ed io sono orgogliosa di lavorare in questo locale. L’ho sempre fatto onestamente con la mia famiglia, ci vogliono far chiudere? Venissero qui e ci facessero chiudere, vediamo un po’ se ci riescono”. Sulla clientela: “Da noi possono venire tutti, basta che rispettano le mie regole. Ma in particolar modo vengono persone di destra. Sono i clienti che preferisco. Il menu? E’ tutto italiano, la nostra e’ una cucina tricolore. Anche il nome dei piatti si richiama al fascismo. Abbiamo i cannolicchi del balilla, gli gnocchi alla nonna Rachele, i crostini figli della lupa, la zuppa del fascio littorio, e tra i dolci potete trovare la torta faccetta nera, il fagottino del balilla, il medaglione del duce e la mousse Claretta”. Continua la signora Adelaide, proprietaria del ristorante ‘Il federale’: “Non vedo perché qualcuno ora dica che noi non possiamo stare piu’ qui. In cinquant’anni non abbiamo mai dato fastidio a nessuno. Alla fine sarà una sfida, noi non ci pieghiamo, li sfido questi delinquenti. Dicono che quello del duce era un governo dittatoriale, ma ora siamo in dittatura. Da quanti anni non andiamo a votare? Ma questo non lo dite, i giornalisti non lo sottolineano e i giovani non fanno niente per cambiare le cose. Per il futuro dell’Italia non ci sono speranze, ogni popolo ha il governo che si merita. Queste persone ci stanno portando alla fame”. Se nel locale di Adelaide andasse una coppia gay: “Ma che stai a scherza? Se sono gay e non dicono niente ok, mica se entra una coppia di amici gli chiedo se vanno a letto insieme. Ma se poi si scambiano effusioni non lo accetto. Così come non accetto quando fanno il gay pride in via della Conciliazione davanti alla mia cristianità. Ma gli ha mai detto niente a questi? Facciano quello che vogliono, ma le loro effusioni non le devono venire a fare, tanto meno nel mio locale”. La signora Adelaide ci tiene a dire che non è razzista: “Io ho un bambino nero. L’ho adottato. Aveva il papà e il nonno italiano, della guerra in Africa. Ce l’ho in adozione e ora sta in America. Io non sono razzista per il colore. Nessuno di noi lo è. E’ il governo che è razzista, le persone andrebbero integrate e aiutate, se chi arriva in Italia non trova lavoro ruba, è una conseguenza”, conclude a Radio Cusano Campus.

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