"L'energia cambia" ma la storia no: ancora una pubblicità con la donna in cucina

Il messaggio che invia questo spot alle nuove generazioni, le uniche che possono guarire dal maschilismo, è che i lavori domestici sono sempre femminili.

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Claudia Sarritzu Modifica articolo

23 Marzo 2017 - 18.31


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Oggi un amico mi invia una foto su Whatsapp, una di quelle immagini che vedete in basso, si tratta di cartelloni pubblicitari che sponsorizzano una azienda di energa elettrica sarda che compiano anche all’aeroporto, proprio dove si trovava il mio amico questa mattina. Il messaggio recitava così: “Hai proprio ragione, la donna non riesce ad emanciparsi neppure nelle pubblicità”. 

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Chiariamo subito che non c’è nulla di male nel cucire, stirare e fare il pane. Non considero questi manifesti sessisti. Però il messaggio che inviano alle nuove generazioni, le uniche che possono guarire dal maschilismo, è che i lavori domestici sono sempre femminili, che noi dobbiamo stare in cucina, che quello è il nostro luogo naturale. Che come dice lo stesso slogan della società energetica: “La storia è la stessa”. Cambia il modo di fare la casalinga ma le casalinghe continuiamo a essere solo noi donne. Per questo non mi piacciono questi cartelloni. Perché relegano ancora una volta il nostro genere alla casa, anzi a una stanza precisa, a un ruolo preciso. Una gabbia che oggi è tecnologica ma è sempre una gabbia. 

Agli ideatori di questa campagnia pubblicitaria mi piacerebbe dare un consiglio: la prossima volta mettete uomini e donne: tutti stiriamo, rammendiamo e cuciniamo. Così lo slogan potrà essere finalmente: “L’Energia cambia e per fortuna anche la Storia”

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