Insegna in ospedale la docente più brava d'Italia
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Insegna in ospedale la docente più brava d'Italia

A Annamaria Berenzi l'"Italian teacher prize": alla sua scuola e ai suoi progetti vanno 50 mila euro.

Scuola  - immagine repertorio
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17 Marzo 2017 - 14.47


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È Annamaria Berenzi, docente di matematica alla sezione ospedaliera dell’istituto superiore Castelli di Brescia, la prima classificata del Premio nazionale degli insegnanti, l’Italian teacher prize, gemellato con il Global teacher prize. Al lei, premiata oggi al Miur dal ministro Valeria Fedeli,  e ai suoi progetti va il premio di 50 mila euro, mentre agli altri 4 finalisti andra’ una somma pari 30 mila euro ciascuno. Tutti i premi in denaro verranno assegnati direttamente alle scuole dei docenti vincitori per la realizzazione di attivita’ e progetti promossi e coordinati dai premiati. Berenzi insegna matematica agli Spedali Civili, nei reparti di oncologia pediatrica e Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, reparto in cui si incontrano ragazzi ricoverati principalmente per disturbi alimentari e psichiatrici. 
Il premio riconosce e valorizza un’esperienza preziosa per tanti, ma ancora non a tutti conosciuta, come quella della “scuola in ospedale”. Un’esperienza che Berenzi affrontato con un prudenza e una comprensibile preoccupazione: “Ho chiesto il trasferimento sulla sezione ospedaliera. La paura di non reggere il carico emotivo era forte, ma con il tempo ho imparato che i nostri studenti degenti, affrontando con tanto coraggio e dignità prove durissime, ci insegnano a non voltare la faccia di fronte alla fatica e al dolore, e ora non lascerei più il mio ruolo in ospedale. Mi ritengo una privilegiata ad essere dove mi trovo. Solo quando durante una lezione in una stanza di degenza lo studente non si accorge di quanto tempo è passato, riesce ad allontanarsi dal sé malato, si sente ‘bene’, solo allora un docente può sentirsi soddisfatto”.

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Le idee su come utilizzare i soldi del premio non le mancano: intanto, vorrebbe offrire agli studenti ospedalieri un ambito in cui essi possano ritrovarsi, al di fuori delle stanze di degenza. Sarebbe un’opportunità per condividere vissuti e supportarsi a vicenda, nella rielaborazione del trauma che li ha attraversati. Da tempo sogna poi il progetto “In viaggio per guarire”, in cui i ragazzi diventino protagonisti di una campagna di informazione e sensibilizzazione, raccontando e condividendo le proprie storie. Ora, con le risorse del premio, potrà dare inizio a questo viaggio, programmando tappe in diverse scuole d’Italia, in cui coinvolgere studenti in cura e studenti ormai guariti come testimonial.

Gli altri vincitori. Daniela Ferrarello insegna matematica nella sede carceraria dell’Istituto alberghiero Karol Wojtyla di Catania, ma è impegnata anche nella ricerca sulla didattica della matematica.  “Pur dedicandomi alla ricerca, non ho mai lasciato la scuola perché sento di essere una privilegiata: – raconta – ho le radici e le ali. Con le ali da ricercatrice sono sempre entusiasta di portare in classe le nuove frontiere della ricerca in didattica; con le radici da insegnante so quali sono le problematiche delle scuole e degli studenti e rivolgo la mia ricerca nei settori che vedo carenti”. Consolata Maria Franco insegna nell’Istituto penale minorile di Nisida, a Napoli, dove ha sperimentato percorsi linguistici e di educazione alla legalità innovativi. “A Nisida – dice – ho imparato ad insegnare sperimentando sulla mia pelle tutte le difficoltà di avviare curiosità e interessi culturali nei ragazzi dalle pesanti esperienze di vita, che dalla scuola si sono, o sono stati, allontanati”.  

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Dario Gasparo, docente di Scienze presso l’Istituto comprensivo Valmaura di Trieste, ha realizzato e documentato sperimentazioni di insegnamento della matematica mediante l’uso del corpo. “Ricordo quando mia madre, fondamentale figura per me e i miei quattro fratelli, vedendo la mia insofferenza adolescenziale per le ingiustizie, mi disse: ‘Dario, se vuoi cambiare le cose devi diventare o giudice o insegnante’”, racconta. Un glaucoma agli occhi non è riuscito a fermare la passione di Antonio Silvagni, docente di latino e materie letterarie all’Istituto di istruzione superiore Leonardo Da Vinci di Arzignano. “Nonostante le oggettive difficoltà fisiche dovute alla cecità- spiega – intraprendo azioni didattiche innovative senza che queste siano e vengano percepite come compensative di una situazione svantaggiata”. 
I nomi dei vincitori sono emersi da una selezione tra oltre 11.000 profili arrivati al ministero. I docenti potevano candidarsi o essere candidati da colleghi, studenti e famiglie. A decretare i premiati – dopo una prima scrematura che ha portato i candidati a un numero di 50 – una giuria nazionale composta dal presidente della Rai, Monica Maggioni, dallo scrittore Eraldo Affinati e dal professore Nando Dalla Chiesa. I finalisti parteciperanno al Global education & skills forum a Dubai insieme a una delegazione di insegnanti e studenti che rappresenteranno l’eccellenza della scuola italiana. Quest’anno il forum e’ dedicato alla cittadinanza globale. “Questo premio- ha spiegato Fedeli- e’ nato con lo scopo di valorizzare il ruolo degli insegnanti nella societa’. Attraverso le storie di questi docenti vogliamo raccontare quanto sia fondamentale la scuola per i nostri ragazzi. Oggi diamo un riconoscimento a insegnanti che hanno saputo fare scuola oltre la scuola, aprendo ai ragazzi orizzonti e mondi non tradizionali”.

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Annamaria Berenzi

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