"Dopo le donne, i veri atleti": è bufera per la frase sessista del presidente Fidal

Lo sfogo è quello di Giulia Andreozzi, l'atleta che su facebook ha esternato lo sdegno per le frase pronunciata: "Ora arriva la gara clou, vedremo gareggiare i veri atleti"

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30 Gennaio 2017 - 12.08


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 “Ci sono cose che nel 2017 non si dovrebbero sentire”. Giulia Andreozzi si sfoga su facebook, tornata a casa dopo 8 kilometri di corsa campestre a cui aveva partecipato. Chi è il suo bersaglio? Una carica istituzionale, nello specifico Sergio Lai, presidente Fidal Sardegna, la sezione regionale delle Federazione italiana di atletica leggera, colpevole di aver pronunciato frasi sessiste sulle atlete donne.

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Sul patibolo è finita la frase in cui il presidente, presentando la gara maschile che seguiva a quella delle atlete tesserate ha esortato candidamente, come a non rendersi neanche conto, o forse sì, della carica di maschilismo pronunciata: Ora arriva la gara clou, vedremo gareggiare i veri atleti”.

Non è riuscita a trattenersi Giulia. Rientrata a casa ha acceso il pc, per esternare coraggiosamente tutta la sua indignazione in un post:

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“Ci sono cose che nel 2017 non si dovrebbero sentire. Specialmente da chi ricopre cariche pubbliche di un certo rilievo. Oggi a Villacidro si sono disputati i campionati societari di corsa campestre, evento in cui la corsa da sport individuale diventa uno sport di squadra. Una bellissima giornata di sole e di sport. La gara femminile è stata molto combattuta, un percorso molto duro che tutte, dalle prime alle ultime arrivate, abbiamo onorato dando il massimo per le rispettive società. Tuttavia, al termine il presidente della Fidal Sardegna (Sergio Lai), nel presentare la gara maschile che seguiva, ha dichiarato: “Ora arriva la gara clou, vedremo gareggiare i veri atleti”.Prendo atto che per lui le donne che avevano appena finito di gareggiare non sarebbero vere atlete. Sono ammissibili simili affermazioni nel 2017? Probabilmente sì, visto che il presidente della Figc si è distinto per analoga attenzione al tema delle donne sportive ed è ancora saldamente al suo posto. Come donna e come sportiva però non ritengo che si possa fare finta di niente o minimizzare. Sono affermazioni gravi e inaccettabili, di cui si dovrebbe essere chiamati a rendere conto”.

Uno sfogo che ha subito ricevuto solidarietà unanime e condivisioni, uomini compresi. Ma non ha perso tempo Segio Lai per giustificarsi, sollecitato da Repubblica, alleggerendo il peso delle sue parole con laconico: “Ho calcato un po’ la mano sulla gara dei 10 chilometri perché è la più dura, le donne non li fanno 10 chilometri”. Quando gli si fa notare che a scrivere il post è stata appunto una donna, che aveva appena concluso una gara altrettanto massacrante pur se di otto chilometri, Lai incalza: “Non ho offeso nessuno, ho un consenso enorme e nel mio consiglio regionale tantissime donne. Proprio non riesco a capire perché tirare fuori una cosa del genere invece che parlare di sport, ma tanto voi parlate soltanto di calcio!”

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