Malata di leucemia detta le ultime volontà: non fiori ma donazioni ai terremotati
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Malata di leucemia detta le ultime volontà: non fiori ma donazioni ai terremotati

Cinzia Fazzini era rimasta colpita dalle sofferenze degli sfollati

Un gesto nobile della donna malata di leucemia
Un gesto nobile della donna malata di leucemia
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23 Gennaio 2017 - 19.53


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Una storia drammatica, ma che può essere di insegnamanto. La storia di Cinzia Fazzini, 45 anni, residente a san Biagio frazione di Bagnolo San Vito (Mantova), morta di leucemia all’ospedale Sant’Orsola di Bologna in attesa del secondo trapianto di midollo osseo. “Non voglio fiori, ma offerte per i terremotati del centro Italia”, aveva lasciato scritto al marito in una lettera in cui esprimeva le sue ultime volontà. E lui, Paolo Lanzoni, 48 anni, operaio all’Iveco di Suzzara (Mantova) le ha rispettate. Nel necrologio pubblicato sulla Gazzetta di Mantova, ha invitato parenti e amici a devolvere offerte “alla ricerca contro la leucemia mieloide acuta ed ai paesi terremotati”.
Non solo. Ha anche ringraziato pubblicamente i medici dell’ospedale Sant’Orsola, del Ctmo di Milano e del Poma di Mantova per le cure prestate alla moglie durante i lunghi anni della malattia.
Cinzia lavorava come cassiera in un ipermercato di Mantova. La malattia si era manifestata nel 2004, ma un trapianto di midollo osseo sembrava aver risolto tutto. La scorsa primavera, però, la situazione è precipitata e il male si è nuovamente affacciato. Da allora è stato tutto un peregrinare per vari ospedali. Qualche settimana fa la donna, che ha un figlio di 16 anni, è stata ricoverata al Sant’Orsola.
 Alcuni giorni fa la situazione è peggiorata a causa di una polmonite che sabato scorso l’ha stroncata. I funerali si terranno domani. “Quella era la sua volontà, lei ha sempre pensato a chi soffriva e se poteva, faceva qualcosa per loro – ha ricordato il marito – Cinzia – ricorda il marito – era rimasta molto colpita dalla tragedia che stanno vivendo le popolazioni del centro Italia e l’ultima volta che era venuta a casa dall’ospedale aveva scritto una lettera. ‘Aprila solo se mi succede qualcosa’ mi aveva detto”. Domenica sera, di ritorno dall’ospedale Sant’Orsola di Bologna dove la moglie era deceduta il giorno prima, Paolo ha aperto la busta e ha scoperto quella sorta di testamento: “Non mi aspettavo quello che c’era scritto – dice il marito – anche se conoscevo il suo altruismo. Quando ho letto che voleva aiutare anche i terremotati mi sono commosso. Subito ho avvertito parenti e amici affinché rispettassero le sue volontà. Era 13-14 anni che Cinzia soffriva, ma non aveva mai mollato; è andata a lavorare sino a quando ha potuto e per gli altri aveva sempre una parola buona”.

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