Non aveva fatto niente, indiano di Ragusa espulso da Alfano

Il cittadino indiano è stato al centro della polemica ferragostana. Accusato di un tentato sequestro, non era vero. Il ministro: ha leso la pacifica convivenza della nostra società.

Angelino Alfano
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6 Settembre 2016 - 20.03


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Non aveva fatto niente. Ma è stato esplulso. “Il reato da contestare sarebbe quello di ‘presa di bambina in braccio’, ma siccome il nostro codice non lo prevede…” spiegava il procuratore della Repubblica di Ragusa, Carmelo Petralia per chiarire la vicenda al centro delle polemiche ferragostane. E invece. “Oggi abbiamo espulso dal territorio nazionale il cittadino indiano Ram Lubhaya che il 16 agosto scorso si era reso responsabile, a Scoglitti, in provincia di Ragusa, del tentato sequestro di una bambina di età inferiore ai 14 anni. Lo straniero, lo scorso 24 agosto, a seguito di un decreto di trattenimento emesso dal Questore di Ragusa, era stato accompagnato all’interno del Centro di Identificazione ed Espulsione di Pian del Lago a Caltanissetta”. Fa sapere il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

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“Con un volo decollato da Roma Fiumicino e diretto a New Delhi – spiega il ministro – il cittadino indiano è stato riaccompagnato al suo Paese”.

“L’Italia – prosegue il ministro – conosce i principi dell’accoglienza per chi fugge da guerre e persecuzioni, ma è soprattutto un Paese che fa rispettare le proprie leggi e le proprie regole e chi non le rispetta o si dimostra ostile ai nostri principi, lo espelliamo. Abbiamo ritenuto necessaria, dunque, questa espulsione perché il cittadino indiano ha leso la pacifica convivenza della nostra società. Soggetti che si rendono responsabili di simili comportamenti sono arrestati o espulsi dal nostro territorio”.
Salgono così a 114 le espulsioni eseguite dall’inizio del 2015 ad oggi; 48 nell’anno in corso.

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Secondo le ricostruzioni dei magistrati, dopo il polverone alzato a ferragosto, l’immigrato conosciuto da quelle parti e mai giudicato pericoloso, avrebbe preso la bambina “senza secondi fini” e non intenzionato a rapirla, come invece lasciava intendere la prima nota diffusa dai carabinieri.

Bastò poco per la valutazione del pm Giulia Bisello, codice di procedura penale alla mano, capire che non c’erano i presupposti per l’arresto. Alla scarcerazione, un inferno di dichiarazioni e indignate prese di posizione: “Come, si mette in libertà un mostro?”.

Ora, placata la bufera e fatto chiarezza sull’accaduto ecco la ciliegina: espulso. 

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