Bonino: l'Europa è in crisi, dominano le agende nazionali
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Bonino: l'Europa è in crisi, dominano le agende nazionali

A Ventotene rilanciare il progetto europeo non sarà facile. Merkel? Sul burqa ha ragione. Il burqini è altra cosa.

Emma Bonino
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20 Agosto 2016 - 11.45


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Ripartire dal vertice di Ventotene per rilanciare il progetto europeo non sarà facile. Lo dice in un’intervista alla Stampa Emma Bonino sottolineando che “in politica i simboli sono importanti se sono seguiti da iniziative politiche e l’impressione è che per Hollande, Merkel e Renzi domineranno le agende nazionali”. 
Del resto, osserva, “in Francia e in Germania si vota e in Italia c’è il referendum, e questo non mi sembra un periodo in cui le spinte all’integrazione federalista europea siano particolarmente popolari. Temo sia inevitabile che la ripartenza del progetto europeo di cui parla Renzi rimanga ai margini, o sia ulteriormente ritardata ma l’importante è che non venga archiviata come un robivecchi, e rimanga l’obiettivo per cui lavorare”.
Per Bonino è difficile che al vertice si discuta di burka, burkini e dell’integrazione. Secondo l’ex ministro la cancelliera Angela Merkel “ha ragione quando dice che bisogna regolamentare l’uso del burqa nei luoghi pubblici”, ma il burkini è altra cosa. “In Italia una legge che impedisce di circolare col volto coperto è stata varata negli anni del terrorismo. Non è una questione religiosa”. Col burkini si è identificabili, quindi “come impedirne l’uso?”.
Libia. Intanto la Libia “è un problema enorme che dimostra come le capitali europee abbiano e perseguano interessi diversi”, afferma. “La Francia più vicina a Tobruk, e dunque all’Egitto e agli Emirati Arabi, altri più vicini al governo nazionale.
Aggiungiamo che negli ultimi anni nel Mediterraneo sono nati Stati e sono emerse aree geografiche con obiettivi contrastanti.
Siria. Aggiungiamo che le monarchie del Golfo sono contro i Fratelli musulmani per questioni non certo religiose ma di predominio economico. Che in Siria c’è una vastissima coalizione in cui ognuno segue obiettivi e strade proprie. Insomma, è un groviglio di cui non si vede neanche un’ipotesi di soluzione”. E “per ora non c’è possibilità di soluzione, anche in Europa, visto che tutto è affidato agli Stati nazionali che non mettono in comune neanche le liste dei sospettati”.

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