Rifiuti smaltiti illegalmente: indagate 39 persone

A Giugliano smaltite 250mila tonnellate di rifiuti tossici: indagini partite da una denuncia anonima.

Una delle cave sequestrate a Giugliano
Una delle cave sequestrate a Giugliano
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25 Maggio 2016 - 15.59


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I carabinieri del Noe, coordinati dalla procura di Napoli, hanno portato alla luce un  traffico illegale di rifiuti attraverso la predisposizione di “falsi documenti di trasporto e falsi certificati di analisi” nel Comune di Giugliano. Quello scoperto dagli inquirenti è un vero e proprio impero che ogni anno fattura milioni di euro presso “siti autorizzati”. A essere indagati sono 39: nei confronti di quattro persone è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Sequestrate anche le due cave, la San Severino e la Neos di Giugliano in Campania, oltre ai mezzi di diversi ditte, aree di stoccaggio di rifiuti ed impianti.

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L’indagine ha preso il via dalle verifiche effettuale dal Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Caserta in seguito ad un esposto anonimo nel quale veniva denunciata una illecita attività di raccolta, stoccaggio e commercio di inerti da demolizione conferiti presso la società “San Severino Ricomposizioni ambientali srl”.

Il sistema era ben collaudato: la gestione illegale dei rifiuti avveniva mediante la ricezione e miscelazione illecita dei materiali e la loro provenienza da varie imprese senza essere abilitati a riceverli. Oltre a questa irregolarità, gli agenti contestano ai 39 indagati: irregolarità sistematiche nella tenuta dei registri di carico e scarico e nelle attività di trasporto; l’assenza di macchinari necessari; la mancanza di valide e puntuali analisi e accertamenti chimici sui rifiuti; la miscelazione di rifiuti non pericolosi, in assenza di analisi adeguate e con modalità che non consentivano di conservare traccia delle partite di rifiuto gestite e non consentivano a terzi di conoscere l’effettiva composizione delle partite ottenute; l’esistenza di irregolarità nella redazione dei formulari. Le allarmanti modalità, le circostanze adottate e la gravità delle condotte hanno pertanto evidenziato un concreto danno per l’ambiente.

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