Morto Marco Pannella, una vita per i diritti
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Morto Marco Pannella, una vita per i diritti

L'annuncio è stato dato in diretta da Radio Radicale che sempre ieri aveva dato notizia del ricovero. Lo storico leader dei radicali aveva da poco compiuto 86 anni.

Marco Pannella
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19 Maggio 2016 - 14.29


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E’ morto, in una clinica di Roma dove era stato ricoverato ieri per l’aggravarsi delle sue condizioni, Marco Pannella. L’annuncio è stato dato in diretta da Radio Radicale che sempre ieri aveva dato notizia del ricovero.

Aveva compiuto lo scorso 2 maggio 86 anni e aveva “festeggiato” idealmente pochi giorni fa quando ha visto il Parlamento approvare la legge sulle unioni civili che è stata una delle più importanti battaglie che ha combattuto col suo Partito radicale. Il 2 maggio, in occasione del compleanno, a quello che molti hanno definito il “leone delle battaglie per i diritti civili” sono giunti messaggi affettuosi da colleghi e amici, da politici a cantanti e intellettuali. Su Twitter in tanti hanno festeggiato il leader radicale postando foto e video di ieri e di oggi, immagini di cortei e interventi ai comizi storici guidati del ‘grande vecchio’. In molti lo hanno ringraziato per “gli anni di battaglie politiche e ideologiche’ che ne fanno “un esempio da seguire” e “un modello di riferimento”, ricordano i suoi proverbiali scioperi della fame e ne celebrano “la lezione di liberta’ e laicita’”. Tutti lo hanno celebrato come “maestro” e “faro” esaltandone la coerenza e tenacia.

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La sua storia. Era nato a Teramo il 2 maggio del 1930, da padre italiano e madre svizzera. Si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Urbino e per un anno ha fatto anche l’avvocato, oltre a essere diventato giornalista. Nel 1955 ha fondato insieme a Ernesto Rossi, Leo Valiani, Mario Pannunzio ed Eugenio Scalfari il Partito radicale, la creatura cui ha dedicato la maggior parte delle energie nel corso della sua vita. Tra le prime battaglie c’è quella per lo scioglimento del matrimonio, per cui fondò anche una “Lega Italiana per il divorzio”, di cui divenne segretario. In quell’occasione, nell’ottobre del 1970, Pannella – insieme al segretario organizzativo dei Radicali Roberto Cicciomessere – iniziò uno sciopero della fame in piazza Montecitorio per la fissazione dei termini per le votazioni. La protesta ebbe i suoi effetti, e il Parlamento s’impegnò a concludere la discussione e il voto l’ultima settimana di novembre, arrivando all’approvazione della legge l’1 dicembre del 1970

 

I suoi referendum Dal 1974 a oggi i Radicali hanno promosso 110 referendum, raccogliendo in totale più di 63 milioni firme. La Corte Costituzionale ne ha bocciati 48, mentre il Parlamento è intervenuto approvando 8 nuove leggi, ‘disinnescando’ la consultazione prima che i cittadini si recassero alle urne per esprimersi. Gli italiani hanno potuto votare per 47 referendum promossi dai Radicali e per 35 volte hanno prevalso i ”sì”, ottenendo maggioranze che sono andate oltre il 90%.

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I più menzionati sono quello sul divorzio e sull’aborto, passati alle cronache politiche e sociali come le principali conquiste del Partito Radicale. Ma paradossalmente proprio quei due quesiti – tra le tante consultazioni promosse, organizzate o co-organizzate dal partito di Torre Argentina – ebbero una storia a sè.

 

Lucido fino alla morte. Anche se malato, negli ultimi giorni ha continuato a intervenire nel dibattito pubblico, ad esempio sostenendo la candidatura della segretaria radicale Rita Bernardini come Garante dei detenuti per l’Abruzzo e commentando la legge sulle Unioni civili approvata dal Senato che “gli lascia qualche dubbio”. Qualche anno fa, dopo l’annuncio della malattia, aveva dichiarato in un’intervista di fumare toscanelli alla grappa, “ne fumo 60 al giorno”. Alla domanda se, così facendo, volesse morire, Pannella ha risposto: “Proprio perché non voglio morire continuo a fumare! Se dovessi smettere ci resterei secco. Non voglio suicidarmi. Il fumo in tutti questi anni ha impedito al mio corpo di ammalarsi. Due tumori alla mia età ci possono pure stare. Me ne frego. Semmai ho un dolorino ai reni che non si capisce cosa sia”.

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In tanti hanno salutati in queste settimane il leader radicale.

 

 

 

 

 

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