Casaleggio, il ricordo del figlio Davide

Il primogenito racconta sul blog di Grillo: volevo scrivere due parole su mio padre, perché molti non lo conoscevano veramente e per me è stato un padre fantastico.

Davide Casaleggio
Davide Casaleggio
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15 Aprile 2016 - 15.45


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“Volevo scrivere due parole su mio padre, perché molti non lo conoscevano veramente e per me è stato un padre fantastico ed è bello essere orgoglioso del proprio padre come lo sono io. Il suo essere riservato e allergico ai riflettori ai più lo rendevano sconosciuto”. Davide Casaleggio, il figlio del cofondatore del M5S, ricorda sul blog di Beppe Grillo il padre spentosi martedì scorso, postando l’intervento che ieri ha letto in chiesa, commuovendo i presenti.

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“Era ostinato – lo ricorda Davide Casaleggio – sua zia mi raccontava che fin da piccolo per ottenere i suoi giornalini non faceva i capricci, ma si stendeva direttamente sui binari del tram, e con il blog era lui in prima persona a battagliare contro i troll, la sua mania erano i dettagli, nulla passava se i dettagli non erano sistemati. Ma era soprattutto un grande lavoratore, nessun giorno era veramente vacanza in particolare i week end. Fino a quando ha potuto camminare è sempre voluto andare in ufficio, tutti i giorni, e il suo sguardo non si staccava mai dal futuro. Aveva l’audacia di vedere il futuro prima degli altri e di crederci anche quando gli altri ne diffidavano”.

“Ma oggi volevo raccontarvi una storia per farvi capire quale è stata la sua vita – prosegue – Un gruppo di 50 persone stava frequentando un seminario. Improvvisamente l’oratore si fermò e decise di fare un’attività di gruppo. Iniziò a dare un palloncino a ciascuno dei 50 seminaristi. Ad ognuno fu chiesto di scrivere con un pennarello il proprio nome su di esso. Poi tutti i palloncini furono raccolti e messi in un’altra stanza”.

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“Una volta riempita la stanza di palloncini, l’oratore chiese ai 50 seminaristi di rientrare dentro e trovare il palloncino col proprio nome entro 5 minuti. La scena fu questa: tutti erano freneticamente alla ricerca del palloncino col proprio nome, ognuno si scontrava con l’altro, spinte, gomitate….nella stanza regnava il caos totale! Allo scadere dei 5 minuti nessuno riuscì a trovare il proprio palloncino. Vista la prova fallimentare ad ognuno di loro fu chiesto di raccogliere un palloncino qualsiasi e darlo alla persona che aveva scritto il nome su di esso. In pochissimi minuti tutti avevano in mano il proprio palloncino!”.

“A questo punto l’oratore disse: Questo è esattamente ciò che sta accadendo nella nostra vita. Tutti siamo alla ricerca frenetica della felicità…giriamo come delle trottole, ma non riusciamo a trovarla. La nostra felicità sta nella felicità delle altre persone. Rendete loro felici e avrete la vostra felicità. Mio padre non ha mai tenuto per sé palloncini, ma li ha sempre donati agli altri con il sogno di cambiare in meglio questo Paese. Chi sente di aver ricevuto un palloncino da mio padre lo conservi con cura. Chi condivide il suo sogno lo persegua senza mollare mai come ha fatto lui, fino alla fine”.

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