Lunga sosta, la Spoon River di Fiumicino

Nell'aeroporto si sono fermate per sempre decine di storie. Auto parcheggiate e mai più riprese. Di uomini e donne che non sono più ritornati.[Onofrio Dispenza]

Lunga sosta, la Spoon River di Fiumicino
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5 Aprile 2016 - 10.17


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di Onofrio Dispenza

A Fiumicino c’è una sorta di Spoon River. Un cimitero di storie personali conosciuto da pochi. Su quattro ruote coperte da una patina di tempo, in un angolo del parcheggio “Lunga sosta”, si sono fermate per sempre decine e decine di storie. Auto parcheggiate e mai più riprese. Di uomini e donne che sono partiti e mai più ritornati. E’ a fianco dell’entrata, che per chi ha lasciato quelle auto non è stata anche l’uscita. Grosse auto e city car, piccole auto di poco valore e grosse auto, forse di vite spericolate. Gente partita in fretta, fuggita. Gente che è partita pensando di tornare e che non è mai ritornata. Storie interrotte.

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Volontariamente o violentemente. Nomi dispersi o cambiati. Amori partiti, amori lasciati, amori cercati. Vite senza amori. I soldi. Piroette spericolate e vite piatte da cancellare. La Spoon River di Fiumicino ogni giorno cresce. In alcune auto, nel cruscotto, “istantanee” di una vita cambiata: un rossetto, un pacco di sigarette, chiavi di porte che non conosceremo mai, una sciarpa, un bikini, la spazzola di una donna, gli occhiali da sole di lui, le pillole che non servono più.

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