Tragedia nel sassarese: partorisce in un tugurio una bimba morta

Una donna di 30 anni ha rischiato di morire mentre dava alla luce una bambina, nata già morta, in condizioni igieniche estreme, nel bagno di una casa senza luce nè acqua.

Neonata morta a Sassari
Neonata morta a Sassari
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8 Gennaio 2016 - 14.12


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Una storia terribile di degrado e disperazione. Una donna di 30 anni ha rischiato di morire mentre dava alla luce una bambina, nata già morta, in condizioni igieniche estreme, nel bagno di una casa senza luce nè acqua a Santa Maria Coghinas (Sassari).

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Il fatto è accaduto la sera dell’Epifania. Quando sono arrivati i soccorsi del 118 la neonata era già morta e anche la donna versava in gravissime condizioni. La casa in cui è avvenuto il parto – abitata dalla giovane coppia, lei 30 anni, lui 33 – è risultata agli occhi di chi è intervenuto una sorta di tugurio, sprovvisto di acqua e luce.

Accompagnata in elicottero all’ospedale di Sassari, la giovane donna è tuttora ricoverata ma non sarebbe più in pericolo di vita. Ai medici avrebbe spiegato di non essersi accorta di essere incinta. Il corpo della piccola è stato trasferito all’Istituto di Patologia forense dell’Università di Sassari su disposizione del sostituto procuratore Maria Paola Asara.

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Le parole del sindaco: “Siamo amareggiati ma non accettiamo critiche da nessuno”. Il sindaco di Santa Maria Coghinas, Pietro Carbini, anticipa ogni possibile polemica legata alla drammatica vicenda che ha portato il paese al centro dell’attenzione dopo la morte di una neonata in una casa-tugurio. “In questo caso specifico, come in tutti i trenta casi che abbiamo in carico, facciamo sempre il possibile”, spiega il primo cittadino all’ANSA, difendendo a spada tratta l’operato dei Servizi sociali comunali. “Il padre di quella povera bambina deceduta e’ inserito nel piano del servizio civico attraverso il quale – racconta il sindaco – ci facciamo carico della situazione economica della coppia”. Discorso diverso per quel che riguarda la gravidanza tenuta nascosta. “Questo aspetto va tenuto distinto perche’ nessuno sapeva niente, anche il diretto interessato mi ha detto di non sapere che la compagna fosse incinta”, dice Carbini. Dichiarare un figlio gli avrebbe permesso di scalare la graduatoria per le case popolari. “Resta il fatto che quello dell’abitazione e’ un problema serio anche da queste parti – denuncia il sindaco – chiedo alla Regione di fornire validi sussidi per le politiche abitative”. Nel frattempo, il Comune si muove. “Stiamo cercando di trovare una soluzione per la coppia ma siamo in difficolta’ – ammette Carbini – per ora infatti nessuno vuole offrirgli ospitalita’. Se non dovessimo trovare nulla, ricorreremo a una piccola pensione, ma e’ evidente che non e’ una soluzione che si puo’ protrarre a lungo”.

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