Il flusso senza precedenti di immigrati clandestini in Europa ,del quale la Turchia è in gran parte responsabile, ha dato ad Ankara una potente leva per esercitare pressioni sull’Unione europea. E questa risorsa ha già iniziato a essere adoperata per ottenere una massiccia assistenza finanziaria.
Il vertice urgente UE-Turchia di domenica scorsa a Bruxelles ha prodotto una decisione concertata :ad Ankara dovrebbero essere concessi tre miliardi di euro in due anni per organizzare l’assistenza ai migranti che ospita e rafforzare le frontiere esterne, al fine di fermare l’afflusso di altri profughi. Inoltre, come ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, Bruxelles comincerà a considerare la possibilità di cancellazione dei visti tra UE e la Turchia entro l’autunno del 2016. A dicembre, poi, l’Unione europea inizierà un altro round di colloqui sull’ammissione della Turchia, che è candidata all’adesione dal 1999.
Il capo della sezione europea di studi politici all’Istituto di economia mondiale e relazioni internazionali dell’Accademia Russa delle Scienze, Nadezhda Arbatova, crede però che la promessa di tre miliardi di euro aiuto ai rifugiati sia solo il primo risultato del ricatto di Ankara verso l’Unione europea .
“Il vero obiettivo della Turchia nella contrattazione con l’Europa sul flusso dei rifugiati è il progresso nei colloqui di ammissione, che sono rimasti congelati da quasi vent’anni”, dice Arbatova. Lei crede che sotto la pressione di un numero senza precedenti di immigrati clandestini e dei recenti attacchi terroristici a Parigi, la UE non potrà che essere d’accordo per estendere l’assistenza finanziaria alla Turchia, attraverso la quale transita oltre la metà di tutti i profughi che si affollano in Europa.
“Nell’attuale critica situazione , l’introduzione di un regime senza visti per i cittadini turchi equivarrebbe ad aprire le chiuse alla corrente del flusso di migranti, ed è improbabile che la UE lo accetti , almeno per un altro anno”, aggiunge. La Arbatova sottolinea che il confine tra Siria e Turchia è rimasto aperto, sebbene anche il maggiore alleato, ossia Washington, abbia più volte invitato Ankara a chiudere le sue frontiere esterne. “La Turchia rappresenta una minaccia per la stessa Unione europea – continua la studiosa – ed ancora adesso un gran numero di militanti dello Stato Islamico provenienti dal Medio Oriente, Nord Africa e del Caucaso del Nord si fanno strada verso l’Europa attraverso il confine turco.
“Per quanto riguarda le prospettive per l’ammissione della Turchia all’Unione europea – continua Arbatova – queste sembrano molto vaghe. Ad Ankara, gli avversari politici del presidente Erdogan vengono eliminati e gli avvocati dell’opposizione uccisi. La stampa di opposizione è soggetta al repressione. Sono in corso purghe nell’esercito. In altre parole, la Turchia non è in grado di ottenere un posto nell’Unione europea in virtù della sua politica interna. Bruxelles andrà avanti con i tentativi di placare Ankara con infusioni finanziarie pesanti, come ad esempio gli aiuti ai profughi, rimandando così il più possibile la cancellazione dei visti e l’ammissione della Turchia all’Unione europea “.
L’abbattimento del “Sukhoi-24” russo peraltr si è rivelato uno spaventoso avvertimento sia per l’Unione Europea che per ea NATO, lasciando capire a tutti che la Turchia nella sua spinta per la leadership regionale può andare molto lontano. “Ankara è in grado di scoccare molti piu ‘baci della morte’ alla Russia almeno perché Ankara e Mosca saranno in conflitto nei loro interessi in Medio Oriente – continua Arbatova – e per l’Europa è assolutamente inaccettabile vedere che la Turchia aggiunge altri problemi alle relazioni UE-Russia. E questo non è accettabile neppure per la NATO, perché il Paese ospita armi nucleari “.
La Ue al contrario sta cercando di rompere il circolo vizioso di relazioni con la Russia. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, dopo l’ incontro con il presidente russo Vladimir Putin al G20 ha avanzato la proposta di intensificare i legami commerciali e ripristinare buone relazioni. Il presidente francese Francois Hollande ha visitato Mosca giovedi scorso per discutere delle operazioni congiunte contro lo Stato islamico. “Dopo gli attacchi terroristici contro l’aereo di turisti russi in Egitto e la strage di Parigi, l ‘Europa ha capito di essere nella stessa barca con la Russia, e questo apre una nuova finestra nelle opportunità di cooperazione dopo la soluzione della crisi in Ucraina ” aggiunge Stanislav Ivanov, ricercatore all’Accademia russa delle Scienze.
“Adesso la Turchia dovrà in qualche modo “smaltire” i tre miliardi di euro ottenuti da Bruxelles per fornire in aiuto ai rifugiati: Ankara dovrà chiudere il confine con la Siria a militanti e autobotti in conformità con le richieste dell’Unione europea e Washington. In caso contrario, la Russia chiuderà il confine siriano-turco con l’aiuto dell’esercito siriano e delle milizie curde. Poi, per quanto riguarda l’integrazione della Turchia con l’Unione europea, le differenze tra legislazioni sono così grandi es Ankara così lenta ad applicare i requisiti di Bruxelles che per realizzare questo processo ci vorranno anni, se non decenni per realizzare”.
Fonti: Agenzie
