Accampati tra binari e locomotive, 120 migranti in attesa di un pezzo di carta

Crotone: sono uomini, africani e asiatici, hanno fatto richiesta di asilo e aspettano il cedolino C3. Intanto vivono in condizioni fatiscenti nella stazione.

Accampati tra binari e locomotive, 120 migranti in attesa di un pezzo di carta
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9 Luglio 2015 - 14.02


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di Maria Scaramuzzino

Hanno scelto la stazione ferroviaria per accamparsi: sono tutti uomini e di diversa nazionalità, pakistani, afgani, africani dei paesi sub sahariani ecc. Alcuni sono in attesa di ottenere il famigerato cedolino “C3” rilasciato dalla commissione territoriale che si occupa di valutare le pratiche dei richiedenti asilo; altri aspettano il rinnovo del permesso di soggiorno; altri ancora attendono di entrare al Cara di Isola Capo Rizzuto.

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Tutti aspettano un pezzo di carta, un documento che è espressione di una prassi ancora troppo lunga e farraginosa, burocrazia elefantiaca con tempi biblici che costringe queste persone a bivaccare in condizioni disumane tra i binari morti e le locomotive in disuso della stazione crotonese. Una realtà che esiste ormai da tempo ma che tutti fingono di ignorare. Ad occuparsi di queste persone, già da 13 mesi, è Intersos, organizzazione umanitaria che opera a favore delle popolazioni in pericolo, vittime di calamità naturali e di conflitti armati in varie parti del mondo.

A collaborare con essa è la cooperativa “Agorà Kroton”, guidata da Pino De Lucia, da anni impegnata nel sociale in tutto il comprensorio crotonese. Grazie all’esperienza sul campo della cooperativa locale, Intersos è riuscita ad avere un quadro chiaro della situazione e a fare un’analisi mirata dei bisogni. L’ong offre assistenza sociosanitaria ai migranti attraverso un ambulatorio in cui sono attivi due studi medici; strutture dedicate non solo agli stranieri ma anche alla popolazione locale meno abbiente. “In questi tredici mesi di permanenza sul territorio – spiega Alessandro Verona, medico di Intersos – abbiamo assistito ad un flusso continuo di persone che si fermano alla stazione in attesa di ottenere i vari certificati. Man mano che un gruppo va via ne arriva un altro, e così l’accampamento è diventato permanente”.

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Verona precisa che attualmente “sono circa 120 i migranti accampati alla stazione. Sono tutti uomini, così come è stato anche per i mesi passati; hanno tra i 30 e i 35 anni ma è capitato di vedere uomini anche di 50-60 anni”. I volontari dell’organizzazione umanitaria sono alla stazione 2 o 3 volte a settimana per offrire gratuitamente assistenza socio-sanitaria. Grazie alla consulenza di una psicologa, viene anche attuato un percorso socio-psicologico “fondamentale per comprendere i bisogni del paziente e per favorire una sua reale integrazione nel contesto sociale”. È stato sottoscritto un protocollo d’intesa con l’azienda sanitaria provinciale di Crotone. “Il nostro progetto è triennale – ribadisce il medico – di conseguenza resteremo sul territorio finché ce ne sarà bisogno. Qui a Crotone non esiste un ambulatorio Stp (Stranieri temporaneamente presenti), mentre strutture del genere sono attive in altre zone della Calabria”.

In questi tredici mesi di attività a Crotone, i medici e gli operatori sociali di Intersos hanno visitato 1.537 persone, di cui il 58 per cento senza fissa dimora. Verona afferma che “un’elevatissima percentuale manifesta sintomi attribuibili alle pessime condizioni abitative. La terapia, in questo caso è un buon tetto, una casa degna di questo nome. Non abbiamo riscontrato focolai di malattie preoccupanti, nessun caso di tubercolosi infettiva”. Pino De Lucia rimarca il fatto che la cooperativa ha fatto da intermediaria tra l’organizzazione umanitaria e l’azienda sanitaria e con altre istituzioni locali. A giugno c’è stato anche un incontro in prefettura e uno al comune. L’amministrazione comunale si è presa l’impegno di creare una sorta di ostello per l’accoglienza temporanea di queste persone che attendono soltanto di avere i loro documenti. Inoltre il comune ha manifestato l’intenzione di realizzare dei bagni chimici nell’area della stazione. Grazie all’intervento di Intersos e Agorà Kroton è stato riaperto di recente un tubo dell’acqua che viene utilizzato dai migranti; mentre il bagno di servizio della stazione funziona solo per mezza giornata.

sodalizi coinvolti in questa azione umanitaria hanno anche inoltrato un documento congiunto al ministero dell’Interno, in cui sono state illustrate le criticità esistenti nell’accampamento nato alla stazione di Crotone. Problematiche presentate anche al tavolo territoriale per l’immigrazione, tenutosi in città in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. “Attendiamo risposte concrete a queste nostre sollecitazioni – dichiara De Lucia – In realtà basterebbe davvero poco per risolvere la grave situazione che si è venuta a creare. Servirebbe uno sportello apposito in questura in modo da accelerare i tempi della burocrazia e quindi evitare che queste persone si accampino per mesi in condizioni disumane. Una vita non può rimanere ‘appesa’ al rilascio di un pezzo di carta”.

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