Carlo Giovanardi, il controverso senatore centrista, ha detto no ad una commissione di inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Giovanardi non ha raccolto l’appello di una sessantina di parlamentari, i quali hanno invece sottoscritto una proposta di legge per far luce sul delitto che nella notte tra il primo e il due novembre del 1975, quando il grande regista fu ucciso.
La motivazione che dà il senatore, annunciando il suo no è però decisamente singolare: “Pasolini è stato ucciso nell’ambito di una relazione con un minorenne. Si sa che aveva quegli orientamenti lì. E’ stato assassinato da Pelosi”.
Oggi, 4 giugno 2015, in conferenza stampa, la deputata di Sel Serena Pellegrino, insieme ad altri colleghi di partito, del Pd e di altre formazioni (firmano anche Cuperlo, Civati, Fassina, Binetti) ha spiegato invece che occorre far luce sui possibili legami tra la morte di Pasolini, quella di Enrico Mattei e del giornalista Mauro De Mauro. “Vogliono indagare anche su Giulio Cesare? E’ stato Bruto a dargli una coltellata? E Cassio è stato il suo complice”, ha ironizzato Giovanardi. “E’ una roba – ha concluso – che non ha senso. Si vuole usare il Parlamento per ipotesi fantascientifiche come un ipotetico filo conduttore tra la morte dello scrittore, quella del presidente Eni e del giornalista dell’Ora”.