Gabrielli: il peggio deve ancora arrivare

Atto d'accusa del capo della protezione civile dopo l'ennesimo disastro in Italia: mi hanno mandato in guerra con la cassetta delle aspirine.

Gabrielli: il peggio deve ancora arrivare
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11 Ottobre 2014 - 11.02


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Giunto a Genova, dopo l’ennesimo disastro che ha colpito negli ultimi anni l’Italia, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha attaccato la politica italiana. In conferenza stampa a Genova, Gabrielli ha spiegato: “Io sono il classico medico che e’ stato mandato al fronte di una guerra, in un Paese che è il Paese in cui, ad esempio, si sono fatte sanatorie per fare cassa. In questa guerra mi hanno dato una cassetta piena di aspirine”. Ha poi continuato: “Io credo di essere molto più sconfortato e molto più preoccupato proprio perchè al contrario di molti altri sono costretto a vivere le innumerevoli emergenze che stanno attraversando il paese. Solo negli ultimi 2 anni sono stati dichiarati 21 stati emergenziali con danni accertati per “2 miliardi e 300 milioni”.

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Genova: siamo in piena emergenza. “In questo momento è prioritaria la gestione dell’emergenza e la vicinanza ai cittadini” ha detto il capo della protezione civile, concentrandosi dopo le accuse al mondo della politica sulla situazione di Genova: “Vorrei lanciare a voi un monito: noi siamo ancora in piena emergenza. Le previsioni per le prossime ore non sono assolutamente confortanti. Sia per le prossime ore che per la giornata di lunedì”. Gabrielli ha poi sottolineato: “Dal punto di vista dell’esito delle previsioni qualcuno ha sbagliato” e ha assicurato che “Se ci sono responsabilità saranno accertate” però ha aggiunto che non si cercherà qualcuno da crocifiggere: “Le previsioni sono frutto di una valutazione. A Genova si è sbagliata valutazione, è indubbio, ma da qui a sostenere che queste persone sono da crocifiggere ne corre”. “È innegabile – ha però tenuto a precisare Gabrielli – che una serie di interventi strutturali dovevano essere fatti e non sono stati fatti”. Al termine della riunione in prefettura a Genova, ha poi aggiunto: “Ho una preoccupazione, questa città dal 2011 ha fatto un percorso molto importante nel tentativo di costruire un sistema utile, l’errore più grande sarebbe disperdere quel che si è fatto finora”.

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