Morte Ciro Esposito, De Santis: ho sparato per paura

L'ex ultrà romanista ha inviato un fax agli inquirenti: Non sono pronto ad affrontare questo interrogatorio, non me la sento adesso.

Daniele De Santis con i suoi cani
Daniele De Santis con i suoi cani
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7 Ottobre 2014 - 19.09


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“Mi sono trovato nel mezzo di una rissa, ho avuto paura e ho sparato”. È quanto ha affermato Daniele De Santis, l’ex ultrà romanista, accusato di omicidio per la morte di Ciro Esposito, e del ferimento di altri due sostenitori del Napoli negli scontri di fronte allo Stadio Olimpico prima della finale di Coppa Italia il 3 maggio 2014.

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De Santis, che i pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio avreddero dovuto ascoltare domani, 9 ottobre 2014, ha inviato agli inquirenti un memoriale, scritto di suo pugno, via fax, dove ha ricostruito la sua verità su come sono andati i fatti. Nel documento l’ex ultrà ha affermato di essersi trovato coinvolto in una rissa con decine di tifosi del Napoli e di avere temuto per la sua incolumità perché era “stato sopraffatto dai suoi aggressori”.

“Non sono pronto ad affrontare questo interrogatorio, non me la sento adesso”, ha scritto in stampatello l’uomo, che è attualmente ricoverato all’ospedale Belcolle di Viterbo per le gravi lesioni riportate a una gamba negli scontri di cinque mesi fa. Gli inquirenti comunque potrebbero recarsi a Viterbo ugualmente per effettuare l’atto istruttorio. L’indagato avrà la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere.

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