Renzi corre ai ripari e consegna l'Expo a Cantone

Lo scandalo Expo continua a far discutere e il premier ha chiesto chiesto al capo dell'Autorità anticorruzione di seguire i lavori di Milano, dopo gli ultimi scandali.

Renzi corre ai ripari e consegna l'Expo a Cantone
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12 Maggio 2014 - 10.27


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L’ondata di indignazione per i nuovi episodi di corruzione all’Expo di Milano suscita la reazione della politica che corre ai ripari per arginare le conseguenze che potrebbero derivare da una nuova Tangentopoli. Raffaele Cantone, che sarà a capo dell’Autorità anticorruzione, prenderà in mano una task force per controllare i lavori dell’Expo 2015. Questo è l’annuncio fatto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, ospite ieri sera di Fabio Fazio a Che Tempo che fa su Rai 3. Queste le frasi del premier commentando con i suoi: “Milano ce la farà, noi non molliamo”. L’Expo è “un’occasione troppo grossa per buttarla via”.

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“Bene se il governo incarica Raffaele Cantone di seguire Expo: è magistrato capace che stimo molto, piena collaborazione dalla Regione Lombardia”. Così il governatore lombardo, Roberto Maroni, su Twitter. Cantone è stato sostituto procuratore al tribunale di Napoli prima di passare alla Dda, la Direzione distrettuale Antimafia e dal giugno scorso è componente della task force per l’elaborazione di proposte in tema di lotta alla criminalità organizzata.

Sarà organizzata anche una mobilitazione del Parlamento per avviare una sessione speciale delle Camere che ultimi l’impianto normativo necessario a scongiurare il diffondersi di episodi di malaffare nel Paese.

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Il premier intende affrontare la situazione affiancando ai tecnici dell’Expo e al suo commissario un pool di avvocati, magistrati contabili, esperti di contratti. E sarà proprio Cantone ad occuparsi di “rimettere a posto le cose” a Milano. “Se ci sono problemi con la giustizia, si devono fermare i responsabili e non le grandi opere”, avverte il Presidente del Consiglio intenzionato a ‘blindare’ i lavori dell’Expo dai tentacoli dell’illegalità.

I commenti – “Mi sembra una buona idea quella di rafforzare ulteriormente il versante anticorruzione” sull’evento, concorda il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Ma è la facile deriva antipolitica a preoccupare il Palazzo anche in vista delle prossime elezioni europee. Su corruzione e legalità “penso sia arrivato il momento di dedicare una sessione speciale del Parlamento”, dice il presidente dell’ Antimafia, Rosy Bindi secondo la quale “è ora che la politica esprima un giudizio su se stessa”.

La corruzione in Italia non è stata debellata ed è anche per questo, dice il Presidente del Senato, Pietro Grasso, “che ho pensato di spostarmi in politica: per contribuire a fare quelle riforme che da magistrato ho sempre chiesto e non sono mai state attuate”. Ora servono norme su riciclaggio e auto-riciclaggio, osserva. “Nel mio primo e unico giorno da senatore ho presentato un ddl, da cui e’ stato stralciato il voto di scambio, cosi’ come auspicato anche da Libera, che è diventato da poco legge dello Stato” dice Grasso ricordando che nella sua proposta c’erano anche altri temi come la corruzione, il riciclaggio, l’auto-riciclaggio e il falso in bilancio. “Ho sempre pensato che la lotta alla corruzione sia uno dei punti principali, prioritari di qualsiasi politica. Spero che il ddl possa continuare nel suo esame”, ha aggiunto.

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Arriva anche il commento di Antonio Di Pietro, il leader dell’Idv: “Oggi il sistema si è ingegnerizzato, principalmente perché è stato abolito il falso in bilancio e il reato di concussione per induzione e per minacce”. “In questo modo – prosegue – si e’ incentivata la possibilita’ di commettere i reati per i quali e’ esplosa questa che è la prosecuzione della vecchia tangentopoli”. “Inoltre – ha detto Di Pietro, oggi a Sulmona per un appuntamento elettorale – con la legge sul finanziamento pubblico dei partiti si da’ la possibilita’ di versare fondi fino a centomila euro. In questo modo si e’ ingegnerizzato il sistema della prima repubblica, prevedendo uno sconto fiscale per via della dichiarazione congiunta tra colui che versa e l’altro che riceve”.

Sulla bufera Expo oggi ad Agorà, su Rai Tre, è intervenuto Gaetano Quagliariello, senatore e coordinatore nazionale Ncd: “L’indagine su Expo 2015 è molto diversa dalla Tangentopoli di 20 anni fa. Allora c’era una palpabile vicinanza tra magistratura e politica. Oggi le indagini sono a 360 gradi. Poiché alcune cose sono accadute, non è possibile nascondersi dietro nessuna foglia di fico. La politica deve far capire che in alcuni momenti l’interesse del Paese prevale sul garantismo. Una vigilanza straordinaria come quella decisa dal governo è il modo per non far ricadere sul paese la responsabilità di alcuni” ha detto. “Oggi quello che vale sono i grandi agglomerati, come si fa a pensare di uscire dall’euro e tornare allo stato nazionale? Dobbiamo dare all’euro tutti gli strumenti per diventare una moneta forte”.

E la parlamentare Pd Simona Bonafè, capolista alle europee per il centro Italia, sempre parlando ad Agorà, ha commentato la scelta di Raffaele Cantone per seguire i lavori dell’Expo. “Se oggi vogliamo dimostrare che siamo Paese pulito, e che possiamo portare avanti il progetto Expo, ‘dire si chiude tutto’ è pura e strumentale campagna elettorale. La risposta del governo, con il coinvolgimento di Cantone, è la strada per procedere con l’Expo e non perdere questa occasione. Norme e controlli oggi ci sono, chi ha sbagliato deve andare a casa, ma solo puntando sulla trasparenza della pubblica amministrazione si può dare una risposta. Rilanciare i lavori per dare un’opportunità di crescita all’Italia” ha affermato.

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Cantone: “Andare avanti, il governo ci mette la faccia” – “Verificheremo in concerto in che modo l’Autorità possa svolgere un ruolo. Sono convinto che l’unica cosa da non fare è cancellare Expo. Da qualcuno sento ventilare questa prospettiva. A mio avviso sarebbe la più grande sconfitta per la democrazia: sarebbe come ammettere che dunque l’illegalità abbia vinto. Non è così. Bisogna andare avanti. E il governo ci mette la faccia”. Lo ha affermato, tra le altre cose, Raffaele Cantone.

“La comunità internazionale ci guarda. Il governo e tutti gli altri enti pubblici – ha sottolineato ancora Cantone” – dovranno trovare il modo di farsi garanti della regolarità dei lavori di qui in poi” perché “la politica in questi anni non è riuscita a fare passi avanti” e “si è sbagliato a non lavorare abbastanza sulla prevenzione”.

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