È morto Roby il pazzo, il torinese ex di Prima Linea

Grande amico di Marco Donat Cattin, appassionato di armi iniziò la militanza in Lotta Continua a Torino. Espulso, aderì a Prima Linea sin dall'inizio.

È morto Roby il pazzo, il torinese ex di Prima Linea
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9 Gennaio 2014 - 15.06


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Roberto Sandalo verrà seppellito nella tomba di famiglia, al cimitero di Costigliole d’Asti. La vedova dell’ex di Pl, morto ieri per cause naturali nel carcere di Parma all’età di 57 anni, ha avviato le pratiche per la sepoltura nella tomba di famiglia, accanto ai genitori, dell’uomo che, con le sue confessioni, permise di smantellare la formazione terroristica di Prima Linea. Di origini astigiane, Sandalo scontava 9 anni per una serie di attentati contro luoghi di culto islamici.

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Ex studente del liceo “Galileo Ferraris” di Torino, grande amico di Marco Donat Cattin, appassionato di armi, “Roby il pazzo” iniziò la militanza in Lotta Continua a Torino, del cui servizio d’ordine era esponente e da cui fu espulso. Aderì a Prima Linea sin dall’inizio, partecipando ad alcuni attentati terroristici. Durante il servizio di leva, svolto come ufficiale di complemento negli alpini, usò la divisa come copertura per traffici d’armi a favore dei terroristi.

Il 29 aprile 1980 fu arrestato. Un mese dopo cominciò a collaborare con gli inquirenti, ammettendo tra l’altro la sua partecipazione agli omicidi di Carlo Ghiglieno, Carmine Civitate e Bartolomeo Mana. La sua dissociazione permise allo Stato di conoscere i nomi e le azioni di molti aderenti all’organizzazione terroristica.

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Condannato a undici anni e sette mesi di reclusione, ne sconta solo due. A metà degli anni Ottanta si trasferì in Kenia. Nel 1999 il leghista Mario Borghezio denunciò l’infiltrazione di Sandalo nelle Guardia Nazionale Padana (GNP) con il nome di Roberto Severini (nome che assunse dopo essersi “pentito”) e lo fece espellere dal movimento. Nel 2002 venne di nuovo arrestato per rapina.
Nel 2008 Sandalo venne arrestato di nuovo dai carabinieri del ROS e dagli agenti della DIGOS di Milano dopo un’ordinanza di cattura conseguente agli attentati alle moschee e ai centri culturali islamici di Milano, Abbiategrasso e Brescia avvenuti nei mesi precedenti

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