Sotto il ponte che crolla: come la povertà uccide in Sierra Leone

Anche in un Paese povero ci sono i poveri più poveri, quelli che non hanno un tetto, magari precario. È bastato uno smottamento ed è crollato anche quello. [Onofrio Dispenza]

Sotto il ponte che crolla: come la povertà uccide in Sierra Leone
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

10 Agosto 2013 - 17.25


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di Onofrio Dispenza

Freetown, capitale della Sierra Leone. È la stagione delle piogge e gli smottamenti sono frequenti. La città si trova in una zona collinare digradante verso il mare, le strade sono quel che sono e non ci sono soldi per la manutenzione dei ponti.

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Anche in un Paese povero ci sono i poveri più poveri, quelli che non hanno un tetto, magari precario. E qui, a Freetown chi non ha un tetto trova riparo sotto i ponti. Sotto i ponti, come i poveri di tutto il mondo. È così che sei senzatetto muoiono quando uno dei ponti della città, il “Jimmy Bridge”, nel cuore della notte, crolla.

È bastato uno smottamento, dopo un violento nubifragio, tra le due e le tre di notte. Sei, forse di più. Si scava tra le macerie, piove a dirotto e i mezzi sono quelli di un Paese povero. Potrebbero esserci altri senzatetto oltre ai sei ritrovati senza vita.

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Il mondo è questo, c’è chi dal destino è scippato pure di un ponte come tetto. Spazzati come scomode briciole tra le lenzuola. Piccola cronaca dal mondo, aspettando la notte di San Lorenzo, la notte del cielo che dispensa stelle.

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