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Pompei, il restauro parte con un ribasso del 50%

E' stato inaugurato il "Cantiere Grande" del sito archeologico più vasto d'Europa. L'Ue ci mette 105 milioni. Ma si cerca di fare al risparmio. [Cinzia Gubbini]

Pompei, il restauro parte con un ribasso del 50%

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11 Febbraio 2013 - 10.23


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di Cinzia Gubbini

Gli echi della magnificenza di Pompei inghiottita dall’esplosione del Vesuvio duemila anni fa sembrano rincorrerci. E’ notizia di questi giorni che i soldi stanziati dall’Unione europea – con fondi anche nazionali – per il cosiddetto “cantiere grande” sono stati assegnati per le prime due aste con un ribasso del 50%. Dopo il molto discutere sul degrado di uno dei siti archeologici più interessanti al mondo, gira gira il ritornello non cambia: massimo risparmio. Si scialacqua altrove.

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La denuncia l’ha lanciata giovedì scorso la Fillea Cgil: “Se i nostri conti non sono sbagliati e se i nostri occhi non ci
hanno tradito, le gare per l’assegnazione dei primi due lotti dei restauri
rischiano di far partire con il piede sbagliato il Cantiere Grande – scrive la Fillea Cgil – i primi due lotti sono stati affidati con ribassi che arrivano
fino al 50%” prosegue la Fillea, secondo la quale le due gare, per il
restauro della Casa del criptoportico e la Casa dei dioscuri sono state
aggiudicate “la prima a 305mila euro, a fronte di una base d’asta
per i lavori di 456mila euro, e la seconda a 685mila euro, a fronte di
una base d’asta per i lavori di 1.430mila euro. Stiamo parlando di ribassi
del 33% e del 52%!”. La domanda retorica del sindacato: dove si amdrà a risparmiare? Su due aspetti fondamentali: “siamo alle prese con una situazione a rischio, dove possono
presentarsi contemporaneamente due pericolose distorsioni: da una
parte la condizione generale di precariato degli operatori dei
20mila in Italia il 52% sono precari – abituati quindi loro malgrado a
dover accettare le più diverse forme contrattuali – prosegue la Fillea –
e dall’ altra la condizione di un sito dove è in atto il tentativo
di penetrazione da parte della criminalità organizzata, come
confermano gli ultimi arresti per infiltrazioni camorristiche nella
vigilanza del sito”. Quindi a rimetterci sarebbero da una parte i lavoratori e dall’altra la legalità con il rischio altissimo di infiltrazioni. Senza contrae che un massimo ribasso porta con sé anche rischi più “banali” come l’utilizzo di materiali scadenti e in generale una possibile progettazione fatta con i piedi.

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I finanziamenti: Si tratta di 105 milioni di euro provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fesr. Il restauro della Casa dei Dioscuri e il Criptoportico è finanziato con 6 milioni di euro. Le gare bandite finora sono sei, due quelle aggiudicate. Come abbiamo visto con le forbici in mano. Eppure stiamo parlando di un progetto serio, su cui investe la propria credibilità non solo l’Italia ma anche l’Unione euroepa, visto che mercoledì a inaugurare il cantiere erano presenti il commissario europeo per le Politiche Regionali Johannes Hahn inaugura, insieme ai ministri dei Beni culturali, per la Coesione territoriale e dell’Interno, Lorenzo Ornaghi, Fabrizio Barca e Annamaria Cancellieri.

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La protesta dei lavoratori: Ma fuori dai cancelli c’erano anche i lavoratori del restauro, che hanno inscenato una manifestazione chiedendo trasparenza negli appalti (appunto…) e anche valorizzazione delle professionalità, in pratica di non essere pagati due lire cosa che – se lo Stato accetta le offerte più basse – ha una buona probabilità di realizzarsi.

Lo scialacquo: Nel frattempo dire che altrove si è scialacquato non è un’esagerazione. Anzi, si è scialacquato proprio lì, per la precisione: a Pompei. Proprio il giorno prima dell’inaugurazione del Cantiere, l’ex Commissario Marcello Fiori – nominato dall’allora ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi nel 2008 – si è visto recapitare un avviso di garanzia. La Procura di Torre Annunziata lo accusa di abuso di ufficio. Secondo i pm. infatti, nel 2008 era stato nominato un Commissario affinché senza troppe lungaggini burocratiche potesse affidare appalti per assicurare la messa in sicurezza del sito di Pompei di cui da più parti si denunciava il degrado. Che ha fatto invece il Commissario Fiori? Ha utilizzato i suoi poteri per organizzare grandi feste al Teatro Grande, spettacoli teatrali di grosso impatto scenico. Ha assegnato alla assegnato alla Caccavo srl – a questo scopo – un appalto di 4.840.000 euro oltre Iva “sebbene si trattasse di opere non indispensabili e completamente differenti da quelle oggetto degli originari contratti di appalto”. Un appalto che si riferiva “all’allestimento scenico del Teatro Grande e la fornitura di attrezzature”. Fiori, secondo il gip, lo assegnò inoltre “facendo ingiustificato e immotivato ricorso ai suoi poteri straordinari di deroga e quindi senza ricorrere alle procedure di evidenza pubblica”. Indagata con il reato di truffa anche Annamaria Caccavo, a capo della Caccavo srl, a cui si contesta di aver sistematicamente gonfiato le fatture che le venivano poi rimborsate, a volte fino al 400 percento.

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