Pendolari in rivolta: fateci uscire dalla preistoria

Oggi la protesta in 14 città organizzata dai comitati dei pendolari e da Legambiente: "In campagna elettorale si parli anche di questi lavoratori".

Pendolari in rivolta: fateci uscire dalla preistoria
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18 Dicembre 2012 - 11.19


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“Fateci uscire dalla preistoria”. Questo
lo slogan dei volontari di Legambiente che manifestano oggi
insieme ai pendolari di Roma, Padova, Foligno, Pinerolo, Napoli,
Viareggio, Lucca, Pistoia, Prato, Firenze, Bologna, Genova,
Ancona e Caltagirone.

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Quattordici appuntamenti in altrettante
stazioni d’Italia, dal Veneto alla Sicilia, per sottoporre
all’attenzione del governo la situazione di degrado in cui versa
il trasporto pendolare: lo stato di abbandono di molte stazioni,
la vetustà dei treni, la soppressione delle corse e persino di
intere linee (12 in Piemonte), i ritardi e il conseguente
sovraffollamento, l’incertezza dei finanziamenti e del futuro di
un settore che interessa quasi tre milioni di cittadini.

“Sono 2 milioni 903 mila le persone che, nel nostro Paese,
ogni mattina prendono il treno per andare a lavorare o a
studiare- spiega Legambiente- ogni sera lo riprendono per tornare
a casa: in 90.000 sulla Roma San Paolo-Ostia, in 75.000 sulla
Roma Nord-Viterbo, 60.000 sulla Napoli-Torregaveta, 58.000 sulla
Milano-Saronno-Lodi, 45.000 sulla Milano-Como-Chiasso, 30.000
sulla Padova-Venezia Mestre, per fare qualche esempio di linee
frequentate da piu’ passeggeri dell’Alta Velocita’ Roma-Milano”.
Passeggeri “inesistenti”, pero’, nel dibattito pubblico, come
mette in evidenza Legambiente nel suo rapporto ‘Pendolaria 2012’.

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“Cittadini di serie B per la politica
nazionale dei trasporti, che da oltre dieci anni premia la strada
a danno della ferrovia come ben dimostra la suddivisione dei
finanziamenti della Legge Obiettivo 2002-2012: 71% delle risorse
per strade e autostrade, 15% per le ferrovie e 14% per le reti
metropolitane”, denuncia Legambiente presentando la campagna
‘Pendolaria 2012’. Anche quest’anno, alla crescita costante del
numero di pendolari in Italia, governo e amministrazioni
regionali hanno risposto con: “tagli ai servizi, aumenti del
costo dei biglietti in tutte le regioni e incertezze sugli
investimenti, con effetti rilevanti sulla qualità del servizio”,
prosegue l’associazione ambientalista.

“Serve un vero e proprio cambio di rotta per dare a tre
milioni di persone la possibilità di scegliere un treno pulito e
puntuale, magari nuovo e veloce”, dichiara Edoardo Zanchini, vice
presidente di Legambiente. La campagna elettorale “si deve
occupare di questi temi e al nuovo governo spetterà dare
certezze per il futuro del servizio pendolare, in modo da
togliere macchine dalle strade e consentire alle famiglie di
risparmiare su auto e benzina: una ricetta lungimirante e
concreta per i problemi delle città e delle persone – prosegue
Zanchini – altro che tagli, si deve puntare a far crescere il
trasporto ferroviario pendolare in modo da arrivare a 5 milioni
di cittadini trasportati nel 2020″.

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