Le licenze dei taxi restano ai Comuni: ''Monti ha fallito''

Addio all'Autorità dei trasporti. I consumatori sul piede di guerra: liberalizzazione flop.

Le licenze dei taxi restano ai Comuni: ''Monti ha fallito''
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22 Febbraio 2012 - 16.40


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di Michela Rossetti

Scontente le associazioni dei consumatori, per le quali la “lobby dei tassisti batte Monti 2-0”. E insoddisfatti pure i tassisti, che chiariscono di aver concesso moltissimo senza alcuna contropartita (vedi, in particolare, lo sgravio dell’Iva sui beni strumentali e il carburante per l’uso professionale a prezzi agevolati).
Se la conversione del decreto legge sulle liberalizzazioni procede a rilento praticamente su tutti i punti (farmacie, professioni e carburanti) l’accordo raggiunto ora sui taxi sembra in dirittura d’arrivo, ma riesce nel poco lusinghiero “miracolo” di scontentare praticamente tutte le parti in causa.

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Le licenze stabilite dai Comuni, addio all’Autorità

L’ultima bozza dell’emendamento cancella infatti quanto previsto inizialmente dal decreto, stabilendo che a decidere sulle nuove licenze (quando assegnarle e quante) saranno ancora Comuni e Regioni.
L’Autorità dei trasporti ne esce più che depotenziata: chiamata a un semplice parere di non vincolante e relegata a un ruolo di vigilanza.
Sparisce la doppia licenza, mentre restano i taxi collettivi.
I titolari di licenza, d’intesa con i Comuni, avranno invece “una maggiore libertà di organizzazione del servizio – si legge nell’emendamento – sia per fronteggiare particolari eventi straordinari o periodi di prevedibile incremento della domanda e in numero proporzionato alle esigenze dell’utenza sia per sviluppare nuovi servizi integrativi come il taxi ad uso collettivo”.


Le associazioni dei consumatori del Casper: “Monti ha fallito”

Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori aderenti a Casper, Comitato contro le speculazioni e per il risparmio.
“Si tratta dell’ennesima sconfitta per il Governo Monti”: spiegano Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori.
“Una liberalizzazione dei taxi come quella che si starebbe profilando con una Autorità dei trasporti di fatto inutile e che non può decidere un bel nulla, e il potere di stabilire licenze e tariffe in capo ai sindaci, di fatto annulla qualsiasi beneficio in favore degli utenti”.
“In sostanza – spiegano i consumatori – se passerà l’emendamento che ammorbidisce le liberalizzazioni nel settore taxi, non ci sarà alcun cambiamento rispetto alla situazione attuale: le licenze non aumenteranno, le tariffe continueranno ad essere le più alte del mondo, e lo strapotere della lobby dei tassisti aumenterà, a tutto danno dei consumatori fruitori del servizio”.

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Scontenti anche i tassisiti

Ma anche i tassisti sono insoddisfatti.
“La nostra categoria – chiarisce il presidente nazionale Uritaxi Loreno Bittarelli – in questo già difficile momento che sta attraversando, ha concesso moltissimo per migliorarsi ed ampliare il servizio, senza aver ottenuto in cambio alcuna contropartita”.
“Ci siamo resi disponibili – prosegue – a svolgere turni integrativi e più flessibili con doppie guide, a introdurre servizi innovativi sperimentali e integrativi, l’uso collettivo del taxi, maggiore flessibilità delle tariffe, tratte a tariffa fissa e tanto altro ancora. Non abbiamo però ottenuto ancora risposte dal governo alle nostre richieste di sgravio dell’Iva sui beni strumentali, che per noi rappresenta un costo e non è detraibile come avviene per gli altri professionisti e sulla possibilità di acquistare il carburante per l’uso professionale a prezzi agevolati”.

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