La Comunità di Sant’Egidio in visita a Regina Coeli

Il giorno di S. Stefano nel carcere romano, nella rotonda centrale, pranzo di Natale dei detenuti con la Comunità di Sant'Egidio.

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26 Dicembre 2011 - 11.59


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Per il terzo anno consecutivo, riprendendo il gesto della visita di papa Giovanni XXIII a Regina Coeli all’apertura del suo pontificato e all’indomani della straordinaria visita di papa Benedetto XVI a Rebibbia, in accordo con la direzione del carcere di Regina Coeli, con la partecipazione di Franco Ionta, capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e del Corpo di polizia penitenziaria e di Mauro Mariani, direttore del carcere, pranzo natalizio e regali per circa 200 detenuti.

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La Comunità di Sant’Egidio sottolinea l’importanza che l’anno che si apre possa inaugurare una minore pressione e sovraffollamento delle carceri. E’ urgente un percorso in grado di restituire al carcere la sua funzione educativa. E’ noto come il sistema carcerario italiano sia al record storico del sovraffollamento – quasi 70.000 presenze per meno di 50.000 posti – e come sia in crisi la pratica di riabilitazione nonostante gli sforzi delle autorità carcerarie: il 66% di chi sconta tutta la pena cade in recidiva, due su tre.

L’attuale emergenza carceraria mette a dura prova anche l’impegno degli operatori sociali, delle forze di sicurezza e dei responsabili della istituzione penitenziaria, mentre l’enorme numero di atti di autolesionismo e di suicidi rivelano uno stato di disagio non più accettabile. La forte collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti che si sperimenta con il Pranzo di Natale è una indicazione positiva anche per il futuro e un’occasione per porre il tema dell’emergenza carceraria al centro delle preoccupazioni del paese.

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