Al Bano: "Cantai per Putin ma se parla di pace dico sì a Zelensky a Sanremo"

Dopo l'invasione dell'Ucraina Albano ha preso le distanze da Putin e ora è favorevole a ospitare Zelensky purché si parli di pace.

Al Bano: "Cantai per Putin ma se parla di pace dico sì a Zelensky a Sanremo"
Al Bano
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28 Gennaio 2023 - 10.53


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Al bano si esprime sulle polemiche nate a seguito del videomessaggio del presidente ucraino che verrà ospitato alla finale del Festival di Sanremo. Queste le sue parole: «Il conflitto rende tutti noi impotenti: che fare di concreto? Non so quali temi Zelensky affronterà, ma se sta trattando l’idea di fare la pace, la sua presenza è un bene per tutti», poi continua «Non tornerò finché non finisce questo periodo nero».

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Al Bano, dall’altro delle sue 15 partecipazioni, ricorda che le incursioni dell’attualità sono stata una costante nel festival: «Ricordo il 1984, duemila operai protestavano per la possibile chiusura di uno stabilimento Italsider. Pippo Baudo fu molto intelligente e nonostante l’accusa di `abuso di potere´ fece salire sul palco una delegazione di metalmeccanici — miei ex colleghi, io ho lavorato alla Innocenti. Non dimentichiamo che a Sanremo è andato anche il grande Gorbaciov. Il Festival è questo: un fatto sociale, non solo canzoni», dice il cantante che ha ospitato a casa sua dei profughi ucraini.

«Sono stati qui quasi un anno. Un ragazzo è stato adottato da una famiglia americana; una mamma e suo figlio sono voluti ritornare a Sumy, la città da cui erano arrivati; e un altro ragazzo è rimasto qui in Puglia ma per ordine del giudice ha dovuto frequentare una casa famiglia: la stanza per lui è sempre aperta».

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Al Bano commenta le accuse sulle simpatie putiniane: «Io sono sempre stato accolto benissimo in Russia, non ero l’unico a pensare bene di Putin, per come l’ho conosciuto non potevo che parlarne bene. Quando mi hanno bannato, mi sono rivolto all’ambasciata ucraina, ho spiegato le mie ragioni, le hanno accettate e hanno cancellato quell’azione contro di me: non la meritavo» .

Carrisi continua: «Putin pensava di conquistare l’Ucraina in tre giorni e invece questo scempio quotidiano si sta ancora prolungando. Ho visto video in cui i russi fanno cose orrende agli ucraini e video in cui gli ucraini fanno cose terribili ai russi: è inaccettabile che l’essere umano si abbassi a questi livelli animaleschi. La guerra al giorno d’oggi è sinonimo di morte garantita da una parte e dall’altra; in buona sostanza non la vince nessuno. Basta vedere le macerie lasciate dalla Seconda guerra mondiale».

Alla domanda su se sia tornato nuovamente in Russia risponde: «No e non tornerò finché non finisce questo periodo nero», chiedendo a Putin di «Chiudere le porte della guerra e aprire le porte della pace, così facendo si becca il titolo di nuovo Hitler».

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