La figlia di Aldo Moro contro "Esterno notte" di Bellocchio: "Rispettateci o lasciateci in pace"

Maria Fida Moro contro il film-serie di Marco Bellocchio "Esterno Notte": "È già vergognoso infischiarsene del dolore altrui ed è doppiamente vile usarlo per fare affari.

La figlia di Aldo Moro contro "Esterno notte" di Bellocchio: "Rispettateci o lasciateci in pace"
Una scena di Esterno Notte
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14 Novembre 2022 - 10.31


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Maria Fida Moro, ex senatrice e primogenita di Aldo Moro, si è sfogata per la messa in onda, questa sera, di “Esterno Notte” di Marco Bellocchio, in prima tv su Rai 1. Già durante la registrazione della fiction e, in seguito, in occasione dell’uscita nelle sale, Maria Fida Moro si era pronunciata pubblicamente contro una narrazione televisiva che, a suo giudizio, non può rispecchiare la verità storica. La figlia di Aldo Moro ne ha parlato con l’Agi.

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“O si decide che siamo personaggi storici, e allora si rispetta la storia, o si decide che siamo personaggi privati e allora ci si lascia in pace. La settimana prima di Natale compirò 76 anni e dopo aver avuto l’infanzia, la giovinezza e l’età adulta rovinate dal malefico caso Moro immaginavo, stupidamente, di poter sedere su una panchina al sole, prendere un tè con delle amiche, leggere un bel libro. Ma non è per niente così, avrò avuto sette anni quando un pericolo oscuro e un dolore mostruoso si sono insinuati nella mia vita e non se ne sono più andati”

“Mio figlio ed io viviamo, nascosti in bella vista, col citofono, campanello, e telefono spenti ma ogni giorno un’ondata di tsunami ci raggiunge ugualmente. Non pretendo che gli altri – che non hanno provato – capiscano, ma a dispetto dell’esperienza seguito a sperarci”.

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“Da adolescente ero, con gli scout, ad un campo mobile sulle Dolomiti e scrissi solo per me una piccola poesia profetica – ricorda ancora -. `Le foglie balbettano alle nuvole canti di gioia, io dormo quasi, nel sole, l’ombra dietro le spalle´. A quell’epoca potevo immaginare che l’ombra non mi avrebbe mai raggiunta e sarebbe rimasta sullo sfondo, ma invece mi ha travolto e portato via distruggendo ogni sorriso ed ogni gioia scaraventandomi chissà dove ai confini del cosmo. Rimane soltanto il sole come un lumino nella notte a fare da sponda all’oscurità”.

“È già vergognoso infischiarsene del dolore altrui ed è doppiamente vile usarlo per fare affari. Nel 1963 papà conclude così un discorso credo a Firenze: `Lasciamo dunque che i morti seppelliscano i morti, noi siamo diversi, noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato´”.

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