"Report", questa sera alle 21.20 su Rai3: le migliori inchieste del programma di Sigfrido Ranucci

Le migliori inchieste della stagione di Report, a cura di Sigfrido Ranucci e della sua redazione. Al centro della puntata odierna, il commercio dell'energia ai tempi della guerra in Ucraina.

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25 Luglio 2022 - 15.44


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La Russia è in assoluto il principale fornitore dell’Europa. Negli ultimi anni, il 49 per cento del gas consumato nel vecchio continente è stato garantito da navi gasiere o metanodotti russi. All’Italia nel 2021 la Russia ha fornito infatti il 40 per cento del gas che abbiamo importato.

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Per l’acquisto del gas l’Europa sta versando alla Russia circa 700 milioni di euro al giorno. I prezzi sono aumentati ma non per diretta conseguenza del conflitto con l’Ucraina. Da qualche anno, infatti, l’Europa ha deciso di deregolamentare il settore ed è così nato il mercato spot, in cui il prezzo del gas viene determinato da un indice finanziario, il TTF, che dipende da una borsa virtuale che ha sede ad Amsterdam. A trarne profitto sono stati i colossi dell’energia: Vitol, Trafigura, Glencore e poi Eni “che quest’anno chiuderà invece con un profitto di 4,7 miliardi di euro, il migliore risultato dal 2012”, ricorda Mauro Meggiolaro, analista di Fondazione Fondazione Finanza Etica.

Da quando la guerra è iniziata, l’Ucraina sta vivendo un assurdo paradosso. Sopra alla terra cadono le bombe russe e sparano i carri armati. I vivi non hanno nemmeno il tempo di seppellire i morti. Ma pochi metri di terra sotto ai cingolati dei carri armati, la guerra non è mai iniziata. Nel sottosuolo, continua a scorrere placido il grande fiume azzurro, il gas russo che indifferente alle bombe e alle raffiche dei mitra non ha mai smesso di fluire.

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