Bruno Vespa: "Putin? Lo intervisterei di corsa, è sbagliato oscurare"

Il giornalista e conduttore di Porta a Porta: "All’inizio della guerra abbiamo avuto in studio sia l'ambasciatore russo che quello ucraino: gli oscuramenti non funzionano mai”.

Bruno Vespa: "Putin? Lo intervisterei di corsa, è sbagliato oscurare"
Bruno Vespa
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29 Marzo 2022 - 14.32


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Bruno Vespa intervisterebbe Putin ‘di corsa’: il conduttore di Porta a Porta sostiene che “nessuno va oscurato nel dibattito politico”. Peccato che qui di politico ci sia poco, mentre c’è un dittatore che ha invaso un paese. Ma Vespa insiste: “All’inizio della guerra abbiamo avuto in studio sia l’ambasciatore russo che quello ucraino: gli oscuramenti non funzionano mai”. 

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“Andai in Iraq a intervistare Saddam Hussein durante la guerra del golfo, lo feci contro la volontà del governo e fu un’esperienza importantissima, era un leader di grande spessore, fu un errore ucciderlo così come Gheddafi” continua Vespa: “Putin? Lo andrei a intervistare di corsa, ho mancato l’intervista con lui per una situazione curiosissima, avevo tutto fissato ma il mio slot all’ultimo minuto lo “rubò” Silvio Berlusconi! La prima guerra di cui mi sono occupato nel ’69 fu il conflitto in Vietnam, già allora esisteva la disinformazione, mi abituai subito a gestire le fonti”. 

Racconta Vespa: ”Alcune agenzie erano e sono più attendibili di altre, penso alla Reuters o alla France Press. Detto ciò – ha aggiunto – Putin ha compiuto un’invasione indiscutibile, e Razov ha sbagliato a querelare La Stampa e attaccando Domenico Chirico, inviato di guerra di lunga esperienza, ha commesso un errore da principiante, mi meraviglio molto”. 

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“La vera sorpresa di questa guerra è stata la resistenza Ucraina: all’inizio del conflitto era stato offerto a Zelensky un salvacondotto che egli ha rifiutato, da “comedian” è diventato eroe, questo fa impazzire i russi che credevano di cenare a Kyev in qualche giorno . Zelensky ha vinto 10 a 0 la guerra della comunicazione. Non mi fido dei social, in questo contesto alimentano la disinformazione che in guerra è la regola”. 

“Sulla politica italiana: mi ha sorpreso la retromarcia di Conte sulle spese militari, così come stupisce Salvini quando dice che non sopporta le armi per la difesa . Ma non credo che il governo cadrà perché sarebbe da pazzi metterlo in crisi adesso, e mi pare che Draghi anche col supporto di Mattarella stia andando molto avanti”.

“Il Papa? fa il suo mestiere, chiede la pace ma senza armi è impossibile, sono la premessa di ogni negoziato. La via d’uscita mi pare che Putin “si accontenti” del Donbass, spero che finisca li. Inquietante sarebbe lo scenario di un attacco finale a Odessa”. 

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