In Rai scoppia il caso della pubblicità occulta del marchio della regista di Marzullo
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In Rai scoppia il caso della pubblicità occulta del marchio della regista di Marzullo

Patrizia Caldonazzo, ha un marchio di gioielli che vengono indossati da ospiti e collaboratori della trasmissione “Milleeunlibro” e poi sono esposti per essere venduti sul profilo Facebook della stessa regista

Polemiche sulla regista della trasmissione “Milleeunlibro
Polemiche sulla regista della trasmissione “Milleeunlibro
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19 Maggio 2021 - 13.18


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In Rai scoppia un caso di pubblicità occulta, ma non tanto. Lo ha ha rivelato “Striscia la notizia”. Ha osservato un fatto gravissimo:  la trasmissione “Milleeunlibro” condotta da Gigi Marzullo su Rai1, nella notte tra sabato e domenica,. 

La denuncia è ripresa da Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza. La Rai ora è chiamata a chiarire sul presunto conflitto di interessi della regista della trasmissione, Patrizia Caldonazzo, che ha un marchio di gioielli che vengono indossati da ospiti e collaboratori della trasmissione e poi sono esposti per essere venduti sul profilo Facebook personale della stessa Caldonazzo. Il tutto, senza che ci sia alcuna formalizzazione nei titoli della trasmissione e senza che ci sia un product placement della Rai, che sarebbe peraltro stato discutibile. 

“E’ evidente che siamo di fronte non solo ad un caso di inopportunità – denuncia Anzaldi, dopo aver visto” Striscia” – ma anche all’utilizzo improprio di una trasmissione Rai per promuovere prodotti a beneficio personale di una collaboratrice dell’azienda. Se non arriveranno immediatamente giustificazioni pubbliche ed eventuali provvedimenti, depositerò un’interrogazione in commissione di Vigilanza”. 

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Da regista, è la stessa Caldonazzo a decidere le inquadrature, che insistono sui suoi gioielli indossati in onda, gioielli che poi mette in vendita sui social, pure con il logo Rai. Possibile che nessuno tra i tanti capi struttura, vice direttori, direttori, responsabili produzione avesse controllato, e sappia? Improbabile. Se invece l’azienda era al corrente di questa situazione ed ha chiuso gli occhi, ancora più grave. Ennesimo episodio di”anarchia”in Rai che finisce col favorire interessi che poco hanno a che fare con quelli pubblico. 

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