Feltri jr rivendica la censura alla Boldrini: "Pensavo fosse corretta, mi sbagliavo"

Il direttore dell'HuffPost interviene nella polemica nata dopo aver rifiutato un articolo della Boldrini che criticava il padre Vittorio

Mattia Feltri, figlio di Vittorio
Mattia Feltri, figlio di Vittorio
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28 Novembre 2020 - 15.42


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Aveva fatto molto discutere l’articolo di Vittorio Feltri di pochi giorni fa, in cui colpevolizzava le ragazze vittime dello stupro di Genovese.

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L’ex presidente della camera Laura Boldrini aveva scritto un contributo in occasione della giornata contro la violenza sulle donne che sarebbe dovuto comparire nello spazio dell’Huffpost dedicato al suo blog.

Nel pezzo era presente un riferimento critico al padre del direttore Mattia Feltri, Vittorio.

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A quel punto Feltri jr telefona alla Boldrini per chiedere di eliminare quel riferimento dall’articolo. La Boldrini si rifiuta e rende nota la vicenda su Facebook.

Il direttore dell’HuffPost, Mattia Feltri ha risposto sulla questione in un articolo pubblicato poco fa sul giornale da lui diretto dal titolo ‘La censura e noi. Qualche approfondimento sul caso con l’onorevole Boldrini’.

“Non nego, non ho mai negato, che questa volta intervengono questioni personali, del rapporto fra mio padre e me. Mi sono dato una regola: non parlo in pubblico di mio padre, da vent’anni, direi, perché qualsiasi cosa dica, nel bene e nel male, sarebbe usata contro di me confida. Qualche volta vorrei difenderlo, qualche volta vorrei criticarlo, ma come si vede in queste ore non c’è serenità d’animo per accogliere le mie parole per quelle che sono: il mio pensiero. Non ne parlo e non voglio che se ne parli sul giornale che dirigo. Quando mi è stato segnalato il riferimento dell’onorevole Boldrini nel suo post, ho deciso di chiamarla e di chiederle la cortesia di ometterlo. Era la prima volta che parlavo con lei in vita mia. Pensavo fosse una telefonata con una persona corretta e ragionevole. Ho sbagliato. Sbaglio molto spesso”.

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“In capo a due giorni bizzarri – premette nell’incipit il direttore - , nel corso dei quali HuffPost e io ci siamo imbattuti in una quantità di giudici instancabili, spesso sommamente severi, la maggior parte sprovvisti dei titoli e delle conoscenze necessarie – della professione e del caso – per emettere giudizio, penso sia mio dovere tornare, per l’ultima volta, sulla questione dell’onorevole Boldrini. Lo faccio perché mi dispiace che sulla redazione di HuffPost (una redazione meravigliosa, di ragazzi che lavorano seriamente dalla mattina alla sera, che non si lamentano mai, che sono un esempio di dedizione e di correttezza) si sia riversato tanto malanimo ingiustificato, ma anche tanta solidarietà. E lo faccio perché ero convinto che la mia succinta risposta all’onorevole Boldrini dell’altro giorno fosse sufficiente per respingere attacchi e accuse surreali. Evidentemente non era così”.

“Poi torno a quella telefonata, ma prima tocca precisare che, più in generale, su HuffPost – tiene a sottolineare Mattia Feltri – non ingaggiamo duelli con altri giornali. Se ci capita, è per ragioni eccezionali, ben meditate e condivise da redazione e direzione. Da che alla direzione ci sono io, non è ancora successo. Di sicuro non deleghiamo la pratica a un blogger, cioè a un ospite: se nel blog di Laura Boldrini il bersaglio fosse stato Luciano Fontana o Maurizio Belpietro, avrei fatto una telefonata molto simile”. 

 

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