Il pasticcio dei vertici Rai, censurano Morra anziché metterlo alle strette in diretta
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Il pasticcio dei vertici Rai, censurano Morra anziché metterlo alle strette in diretta

La presenza dell'esponente M5s a Titolo Quinto bloccata per volere dei vertici di viale Mazzini. Le perplessità dell'Fnsi e dei politici e Anzaldi invoca la vigilanza Rai.

Nicola Morra
Nicola Morra
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21 Novembre 2020 - 16.57


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“Ieri è andata in onda una pagina nera per il servizio pubblico Rai, forse il punto più basso toccato negli ultimi anni”.

Il primo a porre il caso è il segretario della Commissione di Vigilanza, Michele Anzaldi (Iv). Di seguito, un’ondata di reazioni e i vertici Rai per l’ennesima volta si ritrovano nell’occhio del ciclone. Cosa è successo? Nella serata di venerdì su Rai3 va in onda”Titolo Quinto”, trasmissione che tre giorni prima aveva invitato il presidente della Commissione Antimafia, Morra. Per parlare di Calabria, pasticciaccio che la trasmissione aveva trattato nel migliore dei modi, mettendo a nudo l’irresponsabilità del famoso commissario ex generale che cadeva dalle nuvole alla richiesta di cosa avesse fatto per mettere la Calabria al riparo dell’emergenza Covid.

Da quella trasmissione, due, tre dimissioni, quindi l’arresto clamoroso del Presidente forzista del Consiglio regionale. E per quest’ultimo evento legato all’affaire Calabria Morra era stato chiamato in studio.

Alla vigilia, lo stesso Morra, però, si era reso responsabile di una brutta gaffe ricordando la malattia della Santelli, presidente della Regione Calabria scomparsa qualche settimana fa. Ebbene, Morra sarebbe stato perfetto in studio anche e soprattutto per essere messo di fronte alle proprie responsabilità, rispondere di quella inaccettabile gaffe. E invece, da via Mazzini arriva l’ordine di stoppare Morra, di non farlo entrare in studio. Tutto fatto nella peggiore delle maniere, quanto meno con una ingiustificabile dose di cafoneria. Stop corretto, giornalisticamente sbagliato.

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Il tutto per pressioni politiche facilmente ricostruibili, molto probabilmente di quelle forze che determinarono i vertici attuali del Servizio Pubblico; vertici sopravvissuti anche nel nuovo quadro politico.

Sta di fatto che, su ordine dei vertici Rai, la presenza di Morra (pare che fosse già “microfonato”) è stata bloccata. Motivo, le sue “offensive” (come giustamente sono state definite dalla conduttrice di “Titolo V” su Rai3 ) dichiarazioni del giorno prima.

Certo,”le parole di Morra sono indifendibili e inqualificabili – dice Anzaldi – e sono state stigmatizzate da tutti, ma il precedente creato da questi vertici Rai è gravissimo. La Rai dovrebbe fare giornalismo e informazione, non politica. Invece di informare, di mettere giornalisticamente alle strette Morra, il servizio pubblico – continua – ha abdicato al suo ruolo e ha preferito censurarlo, con una decisione peraltro arrivata solo dopo le esplicite richieste del centrodestra di annullare l’intervista”. Come dire, la firma di quest’ultimo pasticciaccio c’è”.

Dunque, una decisione politica, non giornalistica, a scapito dell’informazione, e dell’informazione del Servizio Pubblico.
E allora – è quanto si chiedono in queste ore anche altre forze politiche e i vertici sindacali dei giornalisti – da chi è arrivato l’ordine di censurare Morra, da Salini, da Foa, o da entrambi? In ogni caso la responsabilità ricade sull’amministratore delegato. Infatti la conduttrice, nel dire delle porte sbarrate a Morra in diretta ha parlato di decisione della”direzione”. Anzaldi ha investito del caso la Commissione di Vigilanza.
Dal Pd è il vice segretario, Orlando a parlare esplicitamente di “censura” e di “un precedente gravissimo per la vita democratica”.
Proviamo disgusto per le parole di Morra nei confronti di Jole Santelli – dicono, in sintesi, Fnsi e il sindacato dei giornalisti Rai – ma troviamo la cancellazione dell’intervista un errore nei modi, nei tempi e nel merito. Il problema, ricordano i rappresentanti dei giornalisti, è saper fare le domande, avere l’opportunità di farle. La Rai – continuano – deve far trovare porte sbarrate solo a chi è nemico del Servizio Pubblico e della Costituzione.
Tempestata di reazioni, dunque, e la Rai vien fuori con una nota che appare penosa nella forma e nel merito. Si scusa per i modi e promette “altre opportunità” per Morra. Segno che ai piani alti della Rai o non si capisce o non si vuole capire. Si prova a vivere il più a lungo possibile approfittando dell’inerzia di chi potrebbe fermare questo inarrestato declino, firmato dal duo Salini-Foa.
La giornata non è finita e promette altre reazioni. A via Mazzini fanno le spugne.

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