La libertà di informazione secondo il Tg2: la viola chi critica e multa Sangiuliano
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La libertà di informazione secondo il Tg2: la viola chi critica e multa Sangiuliano

L'Agcom multa la Rai per la violazione principi dei di correttezza ed equilibrio. Nel mirino soprattutto quello che chiamano Tg Salvini. E il cdr la prende male...

Salvini al Tg2
Salvini al Tg2
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23 Febbraio 2020 - 14.57


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“Bravi Fabio e Luciano, complimenti!”. Può accadere anche questo, che una agenzia di stampa, in questo caso l’AdnKronos, dia spazio all’esternazione di un solo redattore del Tg2 che benedice i due colleghi del Comitato di redazione (due su tre) che, “niente, niente”,  hanno pensato di bacchettare l’Agcom, l’Agenzia Garante per le Comunicazioni e di schierarsi – apparentemente in difesa della redazione – sostanzialmente attorno al direttore, quello che per l’Agcom ha più sbagliato facendo ricadere una super multa sulla Rai.


La colpa dell’Agcom, autorità istituzionale che vigila sulla correttezza dell’informazione, è di aver multato la Rai per un milione e mezzo, cosa mai accaduta. Mai accaduta perchè mai in Rai si era fatto tanto strazio dei principi di correttezza ed equilibrio. E il grosso delle “malandrinate” sono state a firma del Tg2, con un direttore e con una linea editoriale che a volte sono riusciti ad essere più realisti del re, dove il re è Salvini.

Quello stesso Salvini che – come dicono alcune indiscrezioni politiche – sarebbe pronto ora a ripagare della fedeltà il direttore del Tg2 Sangiuliano proponendolo come candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Campania. E questo nel momento in  cui all’orizzonte si affaccia l’ipotesi che a pagare la salata multa dell’Agcom non sia la Rai – cioè gli utenti – ma per la prima volta, con una importante inversione di rotta, tutta la filiera delle responsabilità: azienda, direttore responsabile, i singoli giornalisti e i conduttori degli approfondimenti che hanno “sgarrato”. L’Agcom, tra l’altro, ha messo sotto accusa anche “Cartabianca” di Rai3.
Come dicevamo, Comitato di Redazione e la stessa redazione del Tg2 ancora una volta spaccati, con una prevalenza, tutto sommato leggera di quelli che si ritrovano nella linea Sangiuliano. “Ti piace vincere facile…”, direbbe lo spot. Il documento votato in ultimo dal CdR non è stato condiviso da uno dei tre componenti, bacchettato da quel fedelissimo di Sangiuliano che ha chiamato l’AdnKronos. Dice il comunicato votato a maggioranza: “Siamo rimasti profondamente sorpresi nel leggere le motivazioni del provvedimento dell’Agenzia Garante per le Comunicazioni…”.

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Addirittura si grida alla “libertà di espressione garantita dalla Costituzione”.

Naturalmente, per farsi un’idea di dove sia il giusto, se nell’analisi dell’Agcom o nelle considerazioni della redazione schierata con Sangiuliano, ognuno può andare a leggere le motivazioni della multa e riveder, uno ad uno, i servizi e le occasioni che hanno fatto sobbalzare l’Agcom e non solo, come quel reportage in Svezia di cui non diciamo altro per lasciare tutto alla libera valutazione di ciascuno che vorrà approfondire l’affaire.
Una cosa è certa, c’è un caso Rai e all’interno di questo c’è un caso Tg2, telegiornale dove il clima appare pesante, e difficile pensarla in maniera diversa dalla maggioranza (risicata) che si riconosce nelle scelte della direzione che piacciono così tanto a Salvini, pronto a dimostrare a Napoli la sua riconoscenza politica.
Nel frattempo, Sangiuliano, così come han fatto nel tempo due sue fedelissime sui social, apre la tastiera e si mette a tu per tu con il segretario della Vigilanza, Anzaldi, reo di non fargliene passare una, colpevole – secondo il direttore del Tg2 – “di farsi forte della sua immunità per picchiarmi come si può fare ad una persona con le mani legate”.

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Sangiuliano fa finta di non sapere che non è vero che l’immunità protegge in generale i deputati da conseguenze per eventuali affermazioni diffamatorie o per altro tipo di reato. Se si sente diffamato o “picchiato”, faccia quel che ritiene, si rivolga a chi si occupa di queste cose.

Va bene che sia disinformato Salvini, ma che lo sia, o finga di esserlo, pure Sangiuliano, giornalista e studioso, no.

Anche se a ben rivedere il Tg2 in alcune ricostruzioni storiche, resta il dubbio su una lettura distratta o distorta sia della storia che della realtà, come quella volta in Svezia, con tesi apparse preconfezionate. A Roma, a Saxa Rubra.

ad. m.

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