Anzaldi accusa: "Conflitti di interesse, Sanremo, Tg pro-Salvini, la Rai è allo sbando"
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Anzaldi accusa: "Conflitti di interesse, Sanremo, Tg pro-Salvini, la Rai è allo sbando"

Parla il deputato di Italia Viva, segretario della Vigilanza Rai: "In campagna elettorale Calabria e Emilia Romagna al Tg2 Salvini viene seguito in tutti i comizi mentre gli altri non hanno spazio.

Salini e Foa
Salini e Foa
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19 Gennaio 2020 - 17.54


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Onorevole Anzaldi, domani scade il termine in commissione di Vigilanza Rai per gli emendamenti alla risoluzione Mulé sulla pubblicazione di tutti i compensi Rai, comprese le star e i conduttori che sforano il tetto dei 240mila euro. Italia Viva come voterá?
“La situazione della Rai è totalmente fuori controllo, per questo vedremo se non sia opportuno votare la mozione Mulé di Forza Italia sulla pubblicazione dei compensi delle star e per una ulteriore stretta sui conflitti di interessi dei conduttori”.

Il deputato di Italia Viva segretario della Vigilanza Rai affronta le polemiche del momento:

“L’arroganza dell’attuale dirigenza non ha davvero precedenti nella storia del servizio pubblico, servono segnali ancora più duri. Se la Rai avesse applicato la Risoluzione contro i conflitti di interessi approvata all’unanimità nel 2017, presidente della Vigilanza Fico, oggi non avremmo questo problema dei super compensi d’oro e non ci sarebbe neanche il caso Sanremo”.
Perché parla di arroganza?
“Si susseguono episodi vergognosi, nel silenzio di chi amministra l’azienda. Ad esempio mercoledì scorso a Porta a Porta: un direttore di un tg Rai, Gennaro Sangiuliano, ospite di una trasmissione di Rai1, nel silenzio del conduttore Rai Bruno Vespa, si è esercitato a tentare di dileggiare il sottoscritto e ironizzare sulla mia funzione di parlamentare della commissione di Vigilanza, per il semplice motivo che le mie denunce pubbliche, documentate, ufficiali hanno portato l’Agcom a intervenire sul suo operato. A difendermi è dovuto intervenire il segretario del mio partito, Matteo Renzi, ospite della trasmissione. Perché Vespa non ha detto nulla? Ma le pare normale?”.
Ci sono altri episodi che ritiene gravi?
“Intanto gli abusi dei telegiornali, a partire proprio dal Tg2. L’operato di Sangiuliano è sotto istruttoria dell’Agcom e potrebbe provocare una multa alla Rai, quindi soldi dei cittadini, per 72 milioni di euro. Una cifra incredibile. E i vertici Rai cosa fanno? Nulla, lasciano totalmente mano libera di continuare a infrangere le regole. Come in questi giorni decisivi di campagna elettorale per la Calabria e l’Emilia Romagna: al Tg2 Salvini viene seguito in tutti i comizi per i suoi candidati, mentre gli altri non ricevono neanche un secondo di spazio. Chi risarcirà Bonaccini e Callipo per questi favoritismi alla Lega? Ma poi ci sono i casi di Foa, di Sanremo, delle risoluzioni della Vigilanza ignorate come quella sui social: la commissione aveva dato alla Rai precisi paletti, che sono stati totalmente disattesi. Tanto per intendersi: in base al regolamento approvato dal Cda, il caso Sanfilippo si sarebbe risolto in nulla”.
Su Foa si riferisce all’email del finto ministro Tria?
“È davvero incredibile che dopo le audizioni contraddittorie di Salini e Foa in Vigilanza non sia accaduto nulla. Cosa aspetta il Cda, che arrivi la polizia giudiziaria della procura di Roma? E su Sanremo: come è possibile che 29 deputate di tutti gli schieramenti protestino per l’invito al rapper che insulta le donne e alimenta odio verbale, mentre dall’azienda non arriva neanche un comunicato o una lettera di scuse? Peraltro su questo fa ridere che a protestare sia la Lega: fino a ieri a dirigere la rete c’era la direttrice scelta da loro, Teresa De Santis, che ha dato il via libera al format. Ora che è stata sostituita, all’improvviso contestano l’operato di Rai1? Perché non hanno protestato una settimana fa? Questa edizione di Sanremo è stata pensata e realizzata dalla Rai gialloverde, chi vogliono prendere in giro?”.
Intanto l’Agcom è intervenuta su tutte le reti per il mancato pluralismo.
“Vedremo le dettaglio quali sono le singole contestazioni. Credo, però, che il tempo delle raccomandazioni sia finito perchè ha dimostrato di non avere l’efficacia necessaria. Se ci sono direttori recidivi, che continuano a fare a pezzi il pluralismo nonostante i richiami, devono essere sanzionati e devono pagare di tasca propria, non con i soldi dell’azienda”. (M. Vic)

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