Pillon si dimentica di cambiare account e si fa i complimenti da solo su Facebook

Decisamente una giornata no per il senatore Pillon, che dimentica di cambiare account e si mette un like da solo su Facebook al suo post contro la sentenza di Perugia

Il post di Pillon
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11 Aprile 2019 - 19.58


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È decisamente una giornata no per il senatore Simone Pillon: dopo la condanna del tribunale di Perugia per aver diffamato nel 2014 il circolo Lgbt Omphalos accusandoli di “istigare i bambini all’omosessualità”, oggi il senatore ha pubblicato su Facebook il seguente status: “Sono stato condannato in primo grado per aver osato difendere la libertà educativa delle famiglie, che a quanto pare non possono più rifiutare l’indottrinamento gender propinato ai loro figli. Ricorreremo in appello, ma è proprio vero che certe condanne sono medaglie di guerra. Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario, diceva Orwell. Beh, io non mollo. E non mollerò mai”.
Peccato però che, e per fortuna molti se ne sono accorti, il senatore si è dimenticato di cambiare account quando ha commentato con un “Forza Simo”. Il che ci dice due cose:
la prima è che lo staff di comunicazione di Pillon (e probabilmente di molti altri politici) è gestito insieme a moltissimi altri account fake che moltiplicano il numero di ‘mi piace’ e quindi, per come funziona l’algoritmo di Facebook, aumentano le possibilità che il post venga visualizzato. 
La seconda è che Pillon non sa stare decisamente allo scherzo: accortosi dell’errore, infatti, il senatore ha deciso di prendere in giro chi lo aveva schernito con il seguente commento: “FORZA SIMO! E questa volta, car* amic*, non l’hanno scritto i ragazzi dello staff dimenticando di cambiare account, e nemmeno una delle mie 76 diverse identità di genere, me lo sono proprio scritto da solo: volevate l’autodeterminazione no!?  Ora torno a difendere la libertà educativa di mamma e papà. Sciocchezze come genitore 1 e 2, bestialità disumane come l’utero in affitto, le lascio volentieri a voi, amici del progresso. Un saluto dal vostro Senatore medievale preferito”.
Parole pesanti. Come si potrà rispondere a una tale provocazione. Gli utenti di Facebook ci hanno già pensato con l’hashtag #caccialisordi. 

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