Rosanna Apa, la ginecologa delle bambine

Rosanna Apa, professoressa associata di Ginecologia disfunzionale, responsabile degli Ambulatori dell’infanzia, dell’adolescenza e della sterilità presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma

Rosanna Apa, la ginecologa delle bambine
Rosanna Apa
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Antonello Sette Modifica articolo

21 Dicembre 2022 - 12.37


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La professoressa Rosanna Apa ha inaugurato e gestisce al Policlinico Gemelli di Roma un ambulatorio ginecologico, destinato esclusivamente alle bambine. E’ una straordinaria novità, quasi una rivoluzione, che rompe schemi consolidati e pregiudizi anacronistici. La ginecologa delle bambine racconta una storia edificante e coraggiosa. Una di quelle storie che vorremmo leggere tutti i giorni, lontane, come sono, dal mare magnum delle inutilità quotidiane. Professoressa Apa, come le è venuta l’idea?

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“Al Gemelli, dove ho trascorso tutta la mia vita professionale, mi sono sempre occupata di ginecologia disfunzionale, spiega Rosanna Apa – Appartengo a una branca rara della ginecologia. Mi sono, in particolare, dedicata a tutte quelle disfunzioni ormonali, che hanno un peso specifico in ginecologia. Mi occupo, ad esempio, delle ragazze, che hanno irregolarità mestruali, l’acne, l’ovaio policistico, o che non hanno il ciclo, come capita alle anoressiche, e anche di sterilità. Mi è venuta l’idea di aprire un ambulatorio riservato alle bambine, perché venivamo in continuazione contattati dai pediatri, in particolare da quelli dislocati, in quel momento, al pronto soccorso riservato dal Gemelli ai bambini. Anche il centro per malattie rare, che si occupa di problematiche quasi sempre collegate alla gestazione e alla nascita, si è più volte interfacciato non noi. Al di sopra dei dieci anni l’approccio è più semplice e segue protocolli consolidati. I problemi si complicavano a dismisura, quando ci trovavamo di fronte a neonate o a bambine sotto quella fascia di età. Eravamo costretti a entrare al buio in una terra di nessuno. Bambine così piccole sono, dal punto di vista ginecologico, un universo a parte, rispetto a quello delle adolescenti e delle donne mature. La ginecologia dell’infanzia è un ramo nuovo, estremamente interessante e stimolante. A me, e a chi collabora con me, si è aperto un mondo nuovo. Mi sono anche accorta di aver toccato un tasto scoperto e dolente, perché l’ambulatorio ha aperto a marzo e già abbiamo prenotazioni a tre mesi di distanza. Il numero delle richieste è davvero incredibile, proprio perché le bambine della primissima fascia di età venivano sin qui solo lambite dagli endocrinologi pediatri, ma non avevano a disposizione nessun riferimento sistematico in ambito ginecologico”. 

Vi limitate a curare patologie conclamate o cercate di fare anche prevenzione?

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“Facciamo anche prevenzione, ad esempio aiutando le mamme preoccupate perché le loro figlie non crescono in altezza o perché manifestano segni di sviluppo sessuale secondario, non in linea con la loro età, come la comparsa in fieri delle ghiandole mammarie o di altri segni rivelatori di una pubertà precoce. C’è naturalmente, anche e soprattutto, l’attività di cura. Ci capita purtroppo di venire interpellati anche nei casi di violenza e abusi sessuali”.

Quanto è importante per una ginecologia, che voglia stare al passo con i tempi, un’iniziativa, come la vostra, che mette al centro i bisogni delle bambine e mira a diffondere, presumo, una più moderna mentalità?

“Le mamme una mentalità aperta l’hanno sempre avuta. Sono attente a tutto quello che via via si manifesta, a livello ginecologico, nel corpo delle loro bambine. Il cambiamento, che noi possiamo auspicare e, in un certo senso promuovere, è quello che riguarda l’educazione medica alla sanità fisica. Se lei consulta Google alla voce “Ginecologia generale”, troverà elencati migliaia di nomi. A quella dei ginecologi disfunzionalisti e dell’infanzia, invece, quasi nessuno. Siamo in pochissimi, quasi un’eccezione. Non so se il motivo sia culturale. Di certo, non è colpa delle mamme. La mentalità che dovrebbe cambiare è, forse, quella di chi ci amministra, a partire dai politici”.

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Quale è la bambina più piccola che le è capitato di visitare?

“Aveva sei mesi e dei problemi per così dire anatomici, focalizzati nella dimensione abnorme dei genitali. Mi è rimasta nel cuore, come tutte le altre. Le bambine ci guardano e i loro occhi ti entrano dentro e ti restano impressi per sempre. 

Prenotazioni allo 06-30155872.  Per ulteriori informazioni www.salutein.news

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