Vaiolo delle scimmie, sul New York Times le storie dei pazienti nella Grande Mela

Il NYT ha raccolto alcune storie di pazienti affetti dal Vaiolo delle scimmie, con il focolaio di New York che è stato l'epicentro della malattia.

Vaiolo delle scimmie, sul New York Times le storie dei pazienti nella Grande Mela
Il virus al microscopio
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1 Settembre 2022 - 14.32


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Vaiolo delle scimmie, il New York Times ha raccolto le testimonianze di alcuni pazienti che hanno dovuto combattere il virus. “Tutto cominciò con un brufolo dall’aspetto strano, una strana eruzione cutanea seguita da un’improvvisa sensazione di stanchezza nel bel mezzo di una calda giornata estiva. Il dottore rimase perplesso, disse che non era un grosso problema, ma forse lo identificò subito”. Il risultato è stato che in tutti gli Stati Uniti ben presto sono stati identificati 18 mila casi di vaiolo a fine agosto, di cui 3 mila solo nella Grande Mela, “per lo più tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini”.

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Dominic Faison, 35 anni, il capo della sezione di New York della House of Ebony, il suo gruppo, o famiglia, nella scena delle sale da ballo della città che competono tra loro, una sottocultura LGBTQ prevalentemente nera e latina di danza e moda assai conosciuta negli ultimi anni attraverso programmi televisivi come “Pose” e “Legendary”, si è ripetuto: “Non possiamo salvare tutti. Ma se riusciamo a salvare la maggioranza, o almeno una, è un passo”.

Brian Rice ha ricevuto invece la sua prima dose di vaccino contro il vaiolo delle scimmie il 13 luglio. Otto giorni dopo, ha riscontrato una lesione vicino ai suoi genitali. La lesione però è cresciuta. Lunedì 25 luglio erano iniziati nuovi sintomi: dolore, prurito e gonfiore del pene, oltre a secrezione. Il personale medico gli ha fatto il tampone e ha inviato il campione per il test, ma poiché lo stato di HIV del signor Rice lo poneva in una categoria ad alto rischio, gli è stato detto di iniziare immediatamente a prendere Tpoxx. “Ero pietrificato”, racconta. Quando Rice è tornato a casa, ha spostato le sue cose nella stanza degli ospiti della casa che condivide con suo marito, Jason, a Cliffside Park, NJ. Ha iniziato a usare il bagno degli ospiti e ha messo separato gli asciugamani per uso personale tenendo il suo cane a debita distanza, con sgomento e smarrimento dell’animale.

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Invece ogni giorno alle 18, Jeffrey Galaise, che lavora per il Dipartimento dell’Istruzione di New York City, ha acceso la sua webcam e avviato una conversazione Zoom con alcuni amici malati a un gruppo di supporto online per dozzine di persone affette da vaiolo delle scimmie. Persone che avevano poche risorse, scarso sostegno sociale e nessuna idea di cosa potesse riservare loro il futuro. 

“Ma tutti avevano bisogno di qualcuno con cui parlare. “Non posso dire quante volte ho pianto”, ha precisato Galaise. La gravità di tutto ciò è così complessa: “La mia routine era fondamentalmente quella di riempire la vasca da bagno, cercare di andare in bagno mentre nel frattempo piangevo, urlavo, mi gettavo per terra, poi saltavo direttamente dentro la vasca perché ero così incredibilmente pruriginoso e provavo così tanto dolore per lo stimolo di dover andare al bagno senza mai riuscirci”.

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