Emergency: "Non siamo in Afghanistan per giudicare ma per salvare vite"
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Emergency: "Non siamo in Afghanistan per giudicare ma per salvare vite"

Le parole di Alberto Zanin, infermiere valdostano e coordinatore medico di Emergency all'ospedale di Kabul rientrato dall'Afghanistan

Alberto Zanin
Alberto Zanin
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1 Ottobre 2021 - 18.23


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Una lezione di umanità assoluta: Alberto Zanin, infermiere valdostano e coordinatore medico di Emergency all’ospedale di Kabul, ha parlato del suo lavoro e di come lo svolga senza giudicare i pazienti che entrano in ospedale e preoccupandosi esclusivamente di salvargli la vita.
“Emergency non è in Afghanistan per giudicare, a noi non interessano i buoni o i cattivi, non chiediamo alle persone che arrivano in ospedale perchè sono state ferite, non ci interessa, il nostro lavoro è farle uscire vive”.
Lo ha detto l’infermiere valdostano appena rientrato in Valle dall’Afghanistan, durante l’evento “A volto scoperto, diritti umani e frontiere nell’Afghanistan del 2021”, andato in scena ieri al teatro della Cittadella di Aosta.
In Afghianistan, a Kabul e nei distretti soprattutto, “ora si vive una situazione di pace, i ricoveri di pazienti feriti di guerra stanno dimininuendo e stiamo iniziando a curare persone vittime di incidenti d’auto”, ha aggiunto Zanin.
Sono tre gli ospedali gestiti dall’associazione umanitaria nel territorio afghano, uno a Kabul e uno a Lashkar-gah deciati all’emergenza e un terzo nel Panshir, dedicato alle nascite e agli interventi chirurgici. Durante l’ascesa dei talebani al potere, “abbiamo vissuto tre settimane di inferno”, ha affermato l’infermiere valdostano. Nell’ospedale di Lashkar-gah “il nostro staff ha dormito dentro, i razzi e i proiettili cadevano nella struttura che era sempre piena, ogni angolo libero era buono per metterci un letto”. Simile la situazione all’ospedale di Kabul, “città perennemente armata “dove ancora ora oggi registriamo feriti di guerra”, mentre nel Panshir “i ricoveri di ginecologia e ostetricia sono diminuiti perchè le persone avevano paura di farsi ricoverare, regnava l’insicurezza, ora stanno riprendendo”.
In questo momento, ha concluso Zanin, “abbiamo bisogno di stringere nuove relazioni con le nuove autorità, di riprendere in mano una serie di lavori con questo governo fake precedente che si sono dovuti fermare e adesso devono riprendere in un’altra formula, per noi è una sfida in termini pratici”.

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