Il Covid danneggia anche l'eros: in Italia la vita sessuale calata dell'83%
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Il Covid danneggia anche l'eros: in Italia la vita sessuale calata dell'83%

Secondo un sondaggio in Gran Bretagna, un inglese su quattro non avrebbe avuto rapporti sessuali nel 2020

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12 Gennaio 2021 - 11.35


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Oltre ai danni visibili che il Covid ha causato, anche la parte intima delle persone ha risentito del virus.

Un sondaggio britannico rivela infatti che un cittadino del Regno Unito su quattro è “andato in bianco” al punto da non ricordare neppure quando ha avuto l’ultimo rapporto sessuale. 

I britannici sono freddini per natura? In Italia, terra di amatori più intraprendenti,  la musica non è molto diversa: un’altra indagine rivela che anche i cittadini del Belpaese hanno visto un vero e proprio collasso della loro vita erotica nell’83% dei casi. 

L’ansia per la situazione generale, il timore di essere contagiati, ma anche la difficoltà di incontrarsi a causa del lockdown, la noia dovuta alla reclusione e la poca intimità dovuta alla presenza continua di altri familiari e di bambini in casa hanno letteralmente ucciso il desiderio. 

Il sondaggio effettuato in Gran Bretagna rileva che, su un campione di 10.000 intervistati dalla società di sextoys MysteryVibe, oltre il 25% di intervistati (soprattutto donne) ammette di essere stata privata del tutto delle gioie del sesso; oltre a questa significativa quota, si registra una generalizzata rinuncia ai piaceri dell’alcova, tanto che il resto del campione risponde alle domande proposte dal questionario in modo incompleto o elusivo.

Niente sesso, siamo inglesi? Anche tra i più focosi amanti latini le cose non sembrano molto diverse, dato che oltre 8 italiani su 10 ammettono di aver ceduto le armi. Perché mai tutto questo?

Non è solo il timore di contrarre il virus a spingerci a una forzata castità. Il desiderio ha una sua ritualità e non si accende a comando. Innanzi tutto, dove incontrare un possibile partner dato che bar, ristoranti, discoteche e luoghi di frequentazione sociale sono sprangati da mesi? Neppure le scuole, teatro di infiniti e indimenticabili amorini giovanili, fanno eccezione.

E lo stesso vale per gli uffici, dove le sale riunioni deserte, gli angoli con la macchinetta del caffè e perfino gli ascensori offrono infiniti spunti piccanti, capaci per lo meno di accendere un barlume di desiderio.

In più, come possiamo scoprirci attratti e incuriosirci davanti a un volto occultato dalla mascherina, in un momento in cui ci è stato consigliato di rifuggire anche il più tenue contatto fisico, come stringerci una mano o scambiare una carezza? E se anche decidessimo di correre il letale rischio di sfiorare un centimetro di pelle nuda, l’odore inconfondibile dell’amuchina nostra fedele compagna quotidiana che ci accompagna come una nuvola, sarebbe capace di ammazzare ogni velleità, prima ancora di sterminare germi e batteri. 

Si è ragionato spesso se i mesi di confinamento abbiano penalizzato di più le coppie conviventi o quelle lontane. Qualcuno ha osservato che chi ha vissuto il lockdown in distanza forzata, in un certo senso ha potuto coltivare il desiderio, soddisfacendolo in modo virtuale o facendo maggior ricorso alla fantasia.

Ma non c’è da illudersi: l’amore da lontano è sempre difficile e non è proprio per tutti. Chi è stato invece in clausura con il proprio partner si è trovato ad affrontare soprattutto la noia, per molti la peggior nemica dell’amore.

A questo si accompagna l’inevitabile trascuratezza legata alla clausura domestica: anche chi non ha ceduto del tutto alle lusinghe della tutona da casa e non ha appeso il beauty case al chiodo, non sempre si è sentito al meglio del suo aspetto fisico. Il timore di farsi vedere ingrassati, con un corpo impigrito dalla mancanza di attività fisica, in una parola: non all’altezza della situazione, hanno spinto a una maggiore riservatezza sotto le lenzuola. 

E i single? Forse sono stati i più penalizzati di tutti, privati della chance di fare nuovi incontri. Non a caso, il mercato britannico ha fatto registrare una vera impennata nelle vendite di sex toys e altri oggetti per il benessere, con un’espansione che nel primo semestre del 2020 ha fatto registrare un’impennata del 40% soprattutto tra gli acquirenti più giovani, nelle fasce 24-45 anni. Tra gli acquirenti, il 60% circa dichiara di voler regalare l’oggetto acquistato, mentre il restante 40 ammette di comprare per sé. 

Insomma, il Covid-19 ha fatto ammalare anche l’amore. Non ci resta che sperare che, anche sotto le lenzuola, l’arrivo dei vaccini sappia fare un miracolo.

 

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