A marzo e aprile le donne hanno sofferto di più: nel lockdown difficoltà a denunciare
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A marzo e aprile le donne hanno sofferto di più: nel lockdown difficoltà a denunciare

Omicidi in diminuzione dal 2018, ma in aumento nei primi mesi dell'anno (88 contro gli 82 dell'anno passato)

Femminicidio nei giorni del Coronavirus
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25 Novembre 2020 - 08.51


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Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Secondo i dati provenienti dal report ‘Un anno di Codice Rosso reati spia e femminicidi’ realizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale, emerge che se il trend è in diminuzione per gli omicidi di donne nel 2019 (111) rispetto al 2018 (141), in linea con la diminuzione generale degli omicidi, una controtendenza si registra nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un aumento del 7,3% (88 donne uccise nel 2020 a fronte di 82 del 2019).

Stesso trend in aumento se analizziamo le vittime in ambito familiare/affettivo che passano dal 68 a 77 (con un aumento del 13,2%), uccise in prevalenza da partner o ex partner (e solo per il 28% nel 2020 per mano di genitori o figli). I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali.

Stalking e violenza domestica – Quanto ai provvedimenti amministrativi in materia di violenza di genere, nel periodo 1 gennaio-19 novembre 2020, i Questori hanno emanato 1.055 ammonimenti per stalking, 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

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Dei quattro delitti introdotti il 9 agosto 2019 dal cosiddetto ‘Codice Rosso’, quello che ha fatto registrare più trasgressioni (1.741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. Le regioni dove si sono registrate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio e il Piemonte.

Difficoltà denunce in lockdown – Nel periodo gennaio-settembre di quest’anno, confrontato con lo stesso periodo del 2019, si registra un calo dei reati spia (come lo stalking, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali), rispetto allo scorso anno, emerge dal report. Numeri che risentono evidentemente anche della difficoltà di denunciare del periodo del lockdown, dove tutte e tre le fattispecie fanno registrare un calo.

La fascia d’età più colpita è quella che va da 31 a 44 anni, le vittime sono italiane nell’80% dei casi (81% nel 2019), mentre, tra le vittime straniere, predominano quelle di nazionalità romena, anche in relazione alla maggior presenza sul territorio nazionale. Anche gli autori di tali reati hanno un’età compresa tra 31 e 44 anni (39%), in prevalenza sono italiani (74%) e solo il 2% sono minorenni (1% nel 2019).

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Revenge porn – Sono 718 le denunce per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn. L’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane), episodi distribuiti nell’anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 fattispecie. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania.

Matrimoni forzati– Sono undici i reati che si sono registrati in un anno relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio, altra figura introdotta dalla legge 69/2019 e volta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine: il 36% delle vittime è risultato minorenne. E’ quanto emerge dal report ‘Un anno di Codice Rosso reati spia e femminicidi’ realizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale.

La pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre si apre con le parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli: “La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. E’ una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle istituzioni, alla scuola, alla famiglia”.

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Obiettivo della pubblicazione è quella di fornire un’analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché “ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un’approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo”, sottolinea Vittorio Rizzi, alla guida della Direzione centrale della polizia criminale che ha preparato la pubblicazione.

 

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