Il virologo Mantovani: "Il virus è stabile, non ci sono molte mutazioni"

Il virologo: "Stabile vuole dire che la proteina spike, l'ancora che il virus usa, è stabile quindi non cambia. Lì sono diretti i vaccini, gli anticorpi".

Alberto Mantovani
Alberto Mantovani
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10 Luglio 2020 - 10.43


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L’immunologo Alberto Mantovani, coordinatore della Commissione ricerca scientifica di Fondazione Cariplo (che ha promosso lo studio) e direttore scientifico dell’istituto Humanitas, ha commentato i dati contenuti nello studio su Sars-CoV-2 in Lombardia, condotto da ospedale Niguarda di Milano e Policlinico San Matteo di Pavia, sostenendo che “danno un quadro di due tsunami che si sono abbattuti sulla Lombardia, ma soprattutto è importante sottolineare le implicazioni per il futuro. E le implicazioni sono che il virus è stabile”. 
“Stiamo parlando di dati – spiega – che mostrano uno sforzo che non ha precedenti in Italia e ha pochi precedenti al mondo. Lo scenario è quello virologico italiano e lombardo”. Emerge dunque, ribadisce Mantovani, che il virus è stabile, e quindi che “il bersaglio di vaccini è stabile ed è anche relativamente stabile dal punto di vista dell’uso degli anticorpi. Quindi c’è un’importante proiezione per il futuro” .
Stabile, chiarisce lo scienziato, vuol dire che “ci sono poche mutazioni. Le mutazioni non cambiano per quanto ne sappiamo l’aggressività del virus, non si vedono in queste 346 sequenze complete del virus varianti attenuate. Stabile vuole dire che la proteina spike, l’ancora che il virus usa, è stabile quindi non cambia. Lì sono diretti i vaccini, gli anticorpi, quasi tutti. E questo è estremamente importante”.

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