Moda sostenibile: ecco cos'è e quali sono i suoi vantaggi
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Moda sostenibile: ecco cos'è e quali sono i suoi vantaggi

L'industria tessile è in parte responsabile dell'inquinamento odierno, per via dell'impatto ambientale dei processi produttivi e della conseguente produzione di rifiuti.

Moda sostenibile
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4 Luglio 2020 - 16.39


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L’ultima tendenza della moda non è un colore stagionale o uno stile irrinunciabile: è il concetto di moda sostenibile e abbigliamento etico. L’industria tessile è in parte responsabile dell’inquinamento odierno, per via dell’impatto ambientale dei processi produttivi e della conseguente produzione di rifiuti. Fortunatamente, molti produttori e consumatori hanno preso a cuore la questione, tanto da attivarsi per la risoluzione del problema. 
Pur non esistendo un abbigliamento del tutto “ecologico”, perché ogni indumento ha un impatto sull’ambiente, ci sono marchi che lavorano diligentemente per fare la differenza. Diversi brand hanno orientato la produzione in una direzione ecocompatibile, con lo sviluppo di materiali e processi di produzione che riducono i loro effetti a livello di inquinamento. Cosa c’è da sapere sulla moda sostenibile e l’abbigliamento etico?
Qual è la moda etica o sostenibile?
Con il termine di moda sostenibile, o moda lenta, si indica una concezione di moda opposta alla cosiddetta “moda veloce”, che sostiene la produzione nel rispetto delle persone, dell’ambiente e degli animali. In quanto tale, contrariamente alle pratiche della moda industriale, la moda lenta coinvolge gli artigiani locali e l’uso di materiali eco-compatibili, con l’obiettivo di preservare l’artigianato e l’ambiente e, in definitiva, fornire valore a consumatori e produttori.
Quali sono i vantaggi della moda sostenibile?
La moda etica tiene conto dell’intero ciclo di vita del prodotto – dai processi di progettazione, approvvigionamento e produzione – e coinvolge tutta la filiera produttiva, dall’ambiente, ai lavoratori e alle comunità in cui è prodotto, ai consumatori. Questi sono i problemi principali che si sta cercando di affrontare nel settore:
Utilizzo dell’acqua: le richieste di acqua potabile e da destinare all’agricoltura superano nettamente le disponibilità ambientali. Di conseguenza, alcuni marchi stanno ora rivedendo le catene di approvvigionamento per cercare di ridurre la quantità di acqua utilizzate a livello industriale.
Sostanze chimiche pericolose: i coloranti e le finiture impiegati nei processi di produzione sono pericolosi per i lavoratori, senza contare che rischiano di inquinare le falde acquifere locali. Questi prodotti chimici potrebbero non influire sui consumatori, ma rappresentano un problema per le persone che fabbricano abiti e per coloro che vivono nelle aree in cui sono prodotti. Diversi brand stanno proponendo nuove tecniche di lavorazione e materiali innovativi.
Ciclo di vita breve: i negozi lanciano costantemente nuovi design e i consumatori aggiornano regolarmente i loro armadi. L’obiettivo principale della moda sostenibile è comprare meno e usare le cose più a lungo. Per allungare il ciclo di vita degli abiti, ci sono piattaforme che permettono la condivisione degli armadi, marchi che promuovono l’acquisto di abiti usati e stili semplici ma resistenti che puoi indossare più e più volte.
Rifiuti: oltre ad allungare la durata media di un indumento, la moda sostenibile cerca anche di promuovere il riciclo degli abiti che hanno ultimato il loro corso. Un modo è riparare gli indumenti (ad es. Riparare buchi nei jeans con toppe creative e sostituire le suole delle scarpe usurate) mentre un’altra opportunità viene dall’uso di materiali riciclati nell’abbigliamento.
Agricoltura: le fibre naturali come il cotone vengono spesso coltivate utilizzando pesticidi e trattamenti dannosi per gli agricoltori, i lavoratori e la fauna selvatica della zona. Ora ci sono più opzioni, come ad esempio il cotone organico, il lino e altre fibre disponibili, che usano anche meno acqua rispetto ai metodi di coltivazione convenzionali. Inoltre, i marchi stanno cercando di essere biologici durante tutto il processo di produzione, non solo la crescita del raccolto, che è il primo passo.
Allo stato attuale delle cose, la moda ha ancora un’enorme impronta ambientale e sociale. La situazione però può ancora cambiare, a partire dai corsi di moda che formano i nuovi designer di oggi e domani, per renderli sempre più consapevoli e attenti a queste tematiche. Perché non si tratta di rinunciare al bello, ma si tratta di guardare in una nuova direzione che prevede un iter creativo e produttivo diverso rispetto al passato.
E se è vero che la moda è un’industria rivolta al consumatore, l’acquirente ha il potere decisionale, il potere di esprimere le proprie aspettative e cambiare le cose. 

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