Pandemia e migranti: gli opposti integralismi all'attacco di Papa Francesco
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Pandemia e migranti: gli opposti integralismi all'attacco di Papa Francesco

La preghiera inter-religiosa su Covid-19 ha attirato le ire di quelli che accusano la Chiesa di essere diventata l'ancella della scienza e della destra clericale che parla di disegno massonico

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Riccardo Cristiano Modifica articolo

15 Maggio 2020 - 16.30


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In occasione della giornata mondiale del migrante e del rifugiato papa Francesco ha deciso di dedicare quest’anno il suo usale messaggio “al dramma degli sfollati interni, un dramma spesso invisibile, che la crisi mondiale causata dalla pandemia Covid-19 ha esasperato. Questa crisi, infatti, per la sua veemenza, gravità ed estensione geografica, ha ridimensionato tante altre emergenze umanitarie che affliggono milioni di persone, relegando iniziative e aiuti internazionali, essenziali e urgenti per salvare vite umane, in fondo alle agende politiche nazionali. Ma non è questo il tempo della dimenticanza. La crisi che stiamo affrontando non ci faccia dimenticare tante altre emergenze che portano con sé i patimenti di molte persone.”
La scelta di Francesco appare chiarissima ed estremamente significativa, visto che gli sfollati aumentano a dismisura anche in questo tempo di pandemia. “Quando si parla di migranti e di sfollati troppo spesso ci si ferma ai numeri. Ma non si tratta di numeri, si tratta di persone! Se le incontriamo arriveremo a conoscerle. E conoscendo le loro storie riusciremo a comprendere. Potremo comprendere, per esempio, che quella precarietà che abbiamo sperimentato con sofferenza a causa della pandemia è un elemento costante della vita degli sfollati.” Il messaggio sembra chiederci se ci rendiamo conto della sfida che il mondo si trova a fronteggiare rischiando di dimenticare che gli sfollati nel mondo erano calcolati nel 2018 pi di 40 milioni: “Dio non ha voluto che le risorse del nostro pianeta fossero a beneficio solo di alcuni. No, questo non l’ha voluto il Signore! Dobbiamo imparare a condividere per crescere insieme, senza lasciare fuori nessuno. La pandemia ci ha ricordato come siamo tutti sulla stessa barca. Ritrovarci ad avere preoccupazioni e timori comuni ci ha dimostrato ancora una volta che nessuno si salva da solo.[…] Se vogliamo davvero promuovere le persone alle quali offriamo assistenza, dobbiamo coinvolgerle e renderle protagoniste del proprio riscatto. La pandemia ci ha ricordato quanto sia essenziale la corresponsabilità e che solo con il contributo di tutti – anche di categorie spesso sottovalutate – è possibile affrontare la crisi. Dobbiamo «trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, e di solidarietà.”
Questo discorso spiega, a poche ore di distanza, il grande valore del digiuno interreligioso, quando tutte le comunità di fede e gli uomini di buona volontà sono stati chiamati a pregare Dio di aiutarci, con gli scienziati, a liberarci da un problema che sconvolge la vita di milioni e milioni di esseri umani e che toccando popolazioni abbandonate come quelle degli sfollati causa o causerebbe stragi. Questa iniziativa comune dimostra che la Chiesa in uscita di Francesco sa essere vicina ai suoi figli, entrare nella loro quotidianità, unirli ai loro fratelli di altro credo in un’iniziativa spirituale che non rivendica privilegi o iniziative rischiose, come anticipare la celebrazione in un momento in cui gli assembramenti mettono a rischio la vita di tutti, ma crea prossimità, riduce le distanze e quindi aiuta tutti a capire che essere uniti è possibile, che la fede in Dio non divide, ma unisce nella diversità le varie culture e anime del mondo. Infatti solo cooperando e non combattendosi, come se oggi fossimo in guerra invece che davanti a un’emergenza che solo uniti possiamo fronteggiare, troveremo la forza per capire che c’era qualcosa di sbagliato e malato nel nostro stile di vita, nel nostro rapporto con l’ambiente.
Gli opposti estremismi, o integralismi, ovviamente non potevano apprezzare questa impostazione. E infatti tanto estremisti laicisti quanto estremisti religiosi hanno visto al lavoro una spectre, che intendeva creare una psicosi da ipotetica pandemia per toglierci le nostre libertà. Questi estremismi si sono ritrovati uniti nel rivendicare libertà ovviamente diversissime se non opposte, ma comunque contro Francesco. Tanto che dal mondo della cosiddetta intransigenza cattolica è partito un appello di segno opposto a quello del papa ma sottoscritto da personalità di diverso orientamento spirituale e culturale. Tutte unite in particolare dalla denuncia di un complotto.
Non distanti dal mondo dei sottoscrittori, dalla loro visione, alcuni hanno dato tocchi diversi e coloriti diversi alcuni protagonisti che arricchiscono il fronte. Ricordando proprio le posizioni dei prelati più intransigenti dal campo laicista a oltranza il filosofo Agamben ha colorito cosí il suo attacco a Francesco, primo colpevole dell’omertà con il complotto visto che Bergoglio ha indotto la Chiesa a rinunciare alla richiesta di tornare subito a celebrare messe aperte a tutti: “ la Chiesa, che, facendosi ancella della scienza, che è ormai diventata la vera religione del nostro tempo, ha radicalmente rinnegato i suoi principi più essenziali. La Chiesa, sotto un Papa che si chiama Francesco, ha dimenticato che Francesco abbracciava i lebbrosi. Ha dimenticato che una delle opere della misericordia è quella di visitare gli ammalati.”
Sembrerà incredibile ma Francesco appare ad Agamben lontano dagli ultimi. E ora gli scismatici cattolici, quelli cioè che rifiutano la libertà di coscienza, si uniscono al piccolo coro. Lo fanno ovviamente tirando in ballo il solito fantasma della massoneria e l’adesione al digiuno proposto dal papa della destata Onu nella persona del suo Segretario Generale, simbolo di quella religione globalista che invece dell’Impero costantiniano propugnerebbe la democrazia. E infatti per loro la guida della Chiesa sembra proprio quella di un massone; “ Questo è il motivo per cui moltiplica le iniziative sul piano terreno, trascurando seriamente il suo dovere di vicario di Cristo. Ciò corrisponde all’obiettivo perseguito dalla massoneria sin dalla sua fondazione. L’umanità deve sostituire la Chiesa e il cristianesimo. E’ la società della salvezza universale. I diritti umani devono sostituire il Vangelo. La forma terrena del regno di Dio è la democrazia mondiale. La Chiesa non è altro che una Ong tra le altre, garantendo il contributo di una vaga spiritualità a coloro che credono in Dio”.
Il mondo sembra sempre più dividersi in due: i ragionevoli di tutte le culture avvertono in Francesco il vero leader morale globale, gli intransigenti di ogni campo invece lo vedono come il vero pericolo.

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